Surfcorner 15 Years

Bali, Mondi Interiori e Universi Paralleli

Il racconto di Helo Sterrantino per il concorso Surfcorner 15 Years Summer Contest.

Diamo il benvenuto a Helo Sterrantino che ci ha raccontato il suo surf trip a Bali per il Concorso Surfcorner 15 Years nella categoria “Racconta il tuo surf trip” (ricordiamo che è possibile partecipare contemporaneamente in entrambe le categorie del concorso e avere così più possibilità di vincere. Tutti i dettagli per partecipare e vincere un soggiorno alle Maldive per due persone, una tavola X Surfboards completamente accessoriata di accessori Ocean&Earth e set di pinne Futures, oltre a soggiorni a Santander e altro sono a fondo pagina).

Dopo averlo letto, se ti è piaciuto il suo racconto, clicca “MI PIACE” su questa pagina e condividilo per dargli la possibilità di accedere alla lista dei finalisti del concorso.

 

 

 

BALI, MONDI INTERIORI E UNIVERSI PARALLELI 

Messina, Sicilia, Italia. Gennaio 2012

Quest’anno il regalo più bello che ho ricevuto il giorno del mio compleanno è stato una canzone – birthday wars – e sei stata tu a farmelo. Me ne sono accorto solo dopo, rapito e confuso dalla fretta di un mondo che non conoscevo. Oggi è stata la colonna sonora della mia alienazione uscito dal reparto, con addosso un camice aperto, come un mantello e un paio di cuffie come uno scudo, un confine, una barriera. “Distanze incolmabili in spazi ristretti. Viviamo chiusi dentro gli stessi confini, ma in stati mentali non confinanti. Mi sento più lontano dai colleghi di questo ospedale di quanto potrei mai esserlo da un qualunque sconosciuto a Bali. Bali…chissà se riuscirò mai ad avere contemporaneamente abbastanza tempo e denaro da riuscire ad andarci…” e ,mentre guardavo i miei piedi camminare in preda al più banale automatismo, una voce narrante sulla base dice: “Ti sei laureato ieri e la domanda che più spesso ti senti fare è cosa vuoi fare adesso. Il surfista, lo scrittore, il fotografo, il regista, la rockstar, il dj, il gigolò, il rivoluzionario. – (il ballerina) – . Ah, dimenticavo, il medico. Ogni mattina ti svegli e indossi un peso diverso che ti spinge verso terra allontanandoti dal sogno.

 

 

E’ degradante ma è l’unico modo per sapere quanto in basso puoi ancora andare, prima di scoppiare, o di scoprire che puoi piegarti. Voglio raggiungere il fondo. Voglio la rassicurante certezza di sapere che più giù non è possibile. Voglio sapere quanto ancora si nasconde di me in questi recessi oscuri che non credevo sarei arrivato a sondare”. Ho persino smesso di contare i miei passi. Ho iniziato a dormire la notte (beh, non stanotte per fortuna). Ieri mi sono addirittura commosso. Davanti agli occhi il volto di un anziano e i suoi ricordi di bambino…mi commuovo anche adesso, scrivendolo. Non saprei dire quanto è durato questo “intervallo libero da malattia”, questo lato della mia psiche forse non lo ha registrato, ma so che è stato bello riabbracciare il mio fertile perplimermi. Non so più se sto nutrendo la mia complessità o ne sto semplicemente scoprendo le dimensioni. Ho imparato che c’è sempre un motivo per restare, uno lo si trova sempre, ma l’importante è andare (cit.).L’importante è andare, anche se le strade si fanno sempre più strette e si percepisce il rischio di restare intrappolato in uno stato di felicità apparente, anche se le strade non ci sono affatto e ti tocca prendere una serie di aerei per attraversare gli oceani giungere a destinazione. “Debbono esserci isole verso il sud delle cose dove soffrire è qualcosa di più dolce, dove vivere costa meno al pensiero, e dove è possibile chiudere gli occhi e addormentarsi al sole e svegliarsi senza dover pensare.” (Cit.)

L’importante è andare, prima che suoni malinconicamente della nostalgia di cose che non hai fatto, dell’illusione di poterle ancora fare.

A quale passo di questo cammino non si torna più indietro?

 

 

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Bali, Indonesia. Settembre 2012

Non vedo l’ora di abbracciarti, raccontarti quello che ho visto e che avrei voluto materializzare in un unico regalo. Purtroppo (o per fortuna) questo non è possibile. Non lo si può fare con nessun viaggio, ma è ancora più difficile con Bali. Mi rendo conto di averne solo intravisto degli scorci, eppure sin dai primissimi giorni me la sono sentita scorrere nelle vene, ed il mio sangue è ormai acqua di mare, anzi, di Oceano Indiano.
Ci interroghiamo troppo sulla vita nell’universo, trascurando le infinite forme di vita che popolano i fondali di queste acque poco profonde. Il reef stesso è un organismo a tutti gli effetti. Passandoci sopra lo senti vivere, percepisci il lungo respiro delle maree che ha dato inizio a tutto..
Come riuscire a portarti tutto questo, tutto il mondo interiore al quale quest’isola permette di accedere?

 

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Stamattina sveglia alle 5 e 30, sono riuscito a surfare Bingin, uno spot che di solito è affollatissimo.
Sono felice e mi sento parte di questi luoghi.
Ieri sono andato a surfare lungo questa spiaggia, un po’ lontano dalle scalette ricavate sul fianco della scogliera che sovrasta tutta la costa.
Sono rimasto fino al tramonto a godere di ogni elemento, i raggi di sole che colorano in trasparenza la parete dell’onda, una tartaruga che si muoveva appena sotto il pelo dell’acqua, gli sguardi ed i sorrisi di persone cresciute in mondi diversi e lontani dal tuo, avvicinate dalla condivisione di una gioia così profonda che può scaturire solo dal fare la cosa che si ama profondamente. Mentre il sole tramontava all’orizzonte, mi sono ritrovato solo con un giapponese ed uno spagnolo, sul picco di uno spot chiamato dreamland…dove i sogni diventano realtà…

 

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Mi hanno detto che un tempo questa spiaggia, una delle poche della zona, era un vero paradiso, prima che costruissero questo blocco di vetro e cemento, che in effetti stona con l’armonia di ciò che gli sta intorno. Lo chiamano progresso. Eppure più respiri l’aria di quest’isola e più capisci che less is more.
Al ritorno l’alta marea aveva coperto tutta la spiaggia, e con la luce del crepuscolo ho camminato solo per questi sentieri sperduti, nella foresta, tra gli alberi di Kapok, fino a casa. Lo chiamano albero del cotone, perché i frutti contengono delle fibre bianche al loro interno, ed è in grado di creare una delle magie che ti lasciano senza fiato. Quando i frutti maturano e si aprono, lasciano cadere questi candidi batuffoli per terra, imbiancando i margini di questi sentieri. Mi è sembrato di essermi perso, nel tempo e nello spazio, camminavo in costume su strade di montagna… A quei pochi che ho incrociato non ho domandato sé la direzione fosse giusta, forse avevo voglia di perdermi, ma mi sentivo al sicuro.
Più mi innamoro di questo posto e più profonda si fa la mia capacità di amare, più a fondo sento la tua presenza quando ti penso…

 

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Sospeso sul ciglio di un pensiero, naufrago dolce alla deriva di questo giorno che affoga. Ho letto da qualche parte che è il cibo a tingere di rosa le piume dei fenicotteri in Africa. Mi chiedo cosa mai avrà mangiato il mondo stasera per rendere tanto bello il cielo, tanto lucidi gli occhi e tanto vivo il cuore.

 

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Bali, Indonesia. Settembre 2013

Deve esserci qualcosa di magico e profondo in questa terra, che si esprime nell’armonia delle varie forme di vita che la popolano, nella serenità di questi uomini e donne che sorridono al mondo da sotto le enormi ceste che portano sulla testa, mentre, con estrema grazia e senza fatica, trascinano il peso delle loro vite lungo le ripide scalinate che portano in cima alla scogliera. Deve esserci qualcosa di profondamente malato nella nostra metà di mondo. Qualcosa nel nostro modo di vivere, di pensare, che ci portiamo addosso e che, anche a migliaia di chilometri da casa, prima o poi emerge.

 

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Tornare qui e avere l’impressione di non essere mai andato via. Bali, quest’isola meravigliosa in cui la bellezza non è solo nell’Oceano con la perfezione delle sue onde, o nella vegetazione maestosa e seducente, ma anche e soprattutto nella capacità di insegnarti ogni giorno qualcosa di inaspettato, nella capacità di farti andare oltre ciò che sembra, di aprire la tua mente al diverso, alla conoscenza della vita e di te stesso tramite la realtà circostante. Come quando uscito dalla acqua, non trovando le infradito che avevi appoggiato su un muretto, in mezzo a delle piante, inizi a pensare incredulo che qualcuno le abbia prese. Sai che è impossibile. Ti convinci a non andare via, a cercare meglio. Ed eccole li, qualche centimetro più su rispetto a dove le avevi lasciate. Non solo nessuno le ha prese, ma qualcuno le ha, per qualche ragione, avvolte in un sacchetto di plastica rosa.

Obiettivo del viaggio in questa vita, portare un po’ di Bali nel resto del mondo.

 

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Messina, Sicilia, Italia. Marzo 2014

Il surf è una sorta di estensione dei nostri sensi, quasi un senso aggiunto che ci permette di apprezzare una dimensione di questa realtà altrimenti insondabile, un formidabile strumento di crescita interiore che per assurdo ci fa apparire come ragazzini che non vogliono crescere, per i quali un lavoro e una famiglia sono un ostacolo più che un traguardo.

 

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Un surfista è semplicemente un esteta. Noi gioiamo nel contemplare la bellezza nella sua più alta espressione: la natura, la ricchezza dei poveri. La vera ricchezza della razza umana, onde di smeraldo e diamante che frangono su spiagge di oro ed avorio. Un surfista sa che quei diamanti non hanno prezzo, non sono nemmeno in vendita, e vede un tesoro dove altri non riescono a vedere più di una discarica.

 

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Sabato è stata una bella giornata. Una di quelle serene, di cielo terso e temperatura mite, che sembrano appartenere ad un’altra dimensione, in cui tempo e spazio sembrano immutabili, in cui non esistono stagioni, non c’è mai caldo nè freddo…semplicemente non si ha percezione dell’atmosfera terrestre.

Nonostante le marcate differenze, le distanze geografiche e culturali, il sole ha bruciato la mia pelle, sabato come quando ero a Bali. E proprio come ho imparato a fare allora, per lenire il rossore del mio viso, ho dato fondo al miracoloso estratto di aloe che è stato inseparabile compagno di viaggio in quei giorni felici sull’isola degli dei.
Sarà stata la potenza della memoria olfattiva, risvegliata dalla freschezza di quell’odore inconfondibile, o più probabilmente un insieme di elementi, tra cui di certo la potenza delle sinapsi che riescono ad unire ciò che il tempo e gli oceani separano, ma improvvisamente ho avuto la sensazione che le distanze (spaziotemporali) si fossero azzerate e che, affacciandomi alla finestra, avrei sentito il frangere dei flutti e riempito i miei occhi della bellezza del frangipani.

 

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Non so come sia possibile, ma solo in quel momento, guardandomi allo specchio, ho notato i segni che Bali mi ha lasciato addosso, le cicatrici che il reef ha lasciato sulla mia schiena graffiando la mia pelle fino all’anima, lasciando che piccoli pezzi di quel mondo penetrassero come schegge di corallo, per diventare parte di ciò che sono oggi.
Ora che so di averli, mostro quei segni con orgoglio, come appunti di viaggio presi con inchiostro indelebile, per ricordare a me stesso e alle persone che incrocio sul mio cammino, che così dovrebbe essere sempre: il segno del nostro passaggio su questi luoghi non dovrebbe essere più profondo del segno che questi luoghi lasciano su di noi.

 

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CONCORSO SURFCORNER 15 YEARS

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Scopri qui tutti i dettagli per partecipare al concorso:
http://www.surfcorner.it/2015/06/23/surfcorner-15-years-summer-contest/

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Un ringraziamento agli sponsor che hanno reso possibile questo concorso:

www.surfmaldive.com
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