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Winki Presenta il suo nuovo libro: Desert

Winki presenta il suo nuovo libro ispirato ai più recenti viaggi tra Australia e Indonesia, da un deserto di sabbia a un “Desert” fatto di acqua.

A quattordici anni dal primo libro “Australia: quando un sogno diventa realtà”, Winki torna in libreria con il suo quarto lavoro, ispirato ai viaggi in Australia e Indonesia e con copertina illustrata dal maestro Vincenzo Ganadu, surfer e pittore sardo. Noi che abbiamo seguito e apprezzato Winki fin dall’inizio della sua carriera artistica abbiamo voluto incontrarlo anche in occasione del nuovo libro, ed ecco cosa ci ha raccontato sul libro, sulla sua visione del surf e sull’amicizia che lo lega forte ai suoi lettori.

 

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Ciao Winki, finalmente qualcosa di nuovo da leggere sotto l’ombrellone. Cosa troviamo nel nuovo libro? 

Ancora una volta comincio con l’Australia, in un viaggio on the road attraverso il Continente Rosso. Un coast to coast di 4.600 km nell’Outback australiano, percorrendo il Nullarbor Plain – uno dei tratti di strada più lunghi al mondo senza alberi – in compagnia di un amico speciale e un surfista eccezionale. Partiamo da Margaret River in Western Australia per andare a Byron Bay nel New South Wales, dove Doug aveva deciso di trasferirsi. Tra le soste doverose alcuni tra gli spot più frequentati dagli amici squali d’Australia, Cactus ed Ellingston.
Il viaggio al confine tra Deserto e oceano diventa un’opportunità per guardarsi dentro, oltre che ammirare fuori il paesaggio che scorre. Il deserto è un pretesto per parlare di ciò che mi sta davvero a cuore, e nonostante ci sia poi stato un seguito, nel vero deserto intendo, in quella attraversata costeggiavamo comunque the Great Australian Bight – Il Grande Morso, uno dei tratti di costa più selvaggi del pianeta.
Nella seconda parte del viaggio, da solo, mi reco in Indonesia diretto a Lombok con un’idea folle, e un sogno quasi impossibile da realizzare per vari motivi pratici. Volevo surfare in solitaria una delle onde sinistre più perfette del pianeta: Desert Point. Nel racconto, e quindi nel viaggio, gioco con la filosofia che se vogliamo davvero qualcosa nella vita questo si realizza dal momento che siamo davvero connessi e non opponiamo resistenze al manifestarsi del futuro che vogliamo attirare a noi.

 

Nei tuoi libri precedenti l’Australia domina, ma ci sono anche altre destinazioni ricorrenti come l’Indonesia. C’è un qualche collegamento tra questo e i libri precedenti?

Desert è un libro a sé, anche se può essere considerato in parte il seguito di No Destination, dove non importa dove stai andando fisicamente ma il modo in cui decidi di viaggiare.

 

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E’ più romanzo o racconto di viaggio?
Decisamente un racconto di viaggio. Anche se può sembrare un po’ romanzato, mi sono attenuto a narrare i fatti, a volte più bizzarri della fantasia.

Quali sono le emozioni dominanti di questo nuovo libro?
(Sorride) Questo non posso dirlo io… è un compito che spetta a chi legge.

Hai un luogo dove ti senti ispirato o preferisci scrivere?
Assolutamente sì, scrivo quando sono on the road. Comincia il viaggio, comincia il libro. Finisce il viaggio, finito il libro. Poi quando torno a casa, Australia o Sardegna che sia dopo un po’, a volte mesi a volte anni, trascrivo dal manoscritto originale sulla macchina da scrivere elettronica.

 

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Parlaci del tuo compagno di viaggio Doug…

Doug, all’anagrafe Douglas Cooney, è un carissimo amico di Margaret River. L’ho conosciuto tramite Gitika la sua ex moglie, che è una persona meravigliosa e un’altra carissima amica.
Per parlarvi di lui dovrei scrivere un libro, ma per via dello spazio limitato posso dire tranquillamente che oltre ad essere un surfista eccezionale, big wave rider, soul surfer e life guard, Doug ha intrapreso un cammino speciale che lo ha condotto a trasformare la sua vita. Negli ultimi anni oltre ad aver scritto e pubblicato un bellissimo libro, ha organizzato wellness & emotional release event, dove in alcuni giorni nella sua bellissima casa vista oceano di Margaret River condivide le tecniche di benessere psichico-fisico che ha appreso negli anni per aiutare gli altri a trovare il proprio centro e stare bene. Un po’ quello a cui mi sono dedicato anche io negli ultimi anni. Quindi oltre ad essere buoni amici siamo colleghi sotto molti punti di vista, il surf, il viaggio, la crescita personale, benessere, e ultimamente anche la letteratura.
Il suo primo romanzo che s’intitola Makara è davvero bello, e significa “Delfino” in sanscrito. Mi sono ripromesso di tradurlo in italiano e non escludo di farlo magari il prossimo anno.

 

 

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Raccontaci di Desert Point, questa sinistra perfetta…

Dai, come faccio a raccontare di Desert Point? Non posso vi toccherà leggere il libro… e poi qualsiasi cosa possa raccontare qui non sarebbe abbastanza per dare l’idea di un posto incredibile e di un’onda impegnativa e veloce tra le più belle che abbia mai surfato. Il posto è very wild e il livello di surf e le caratteriste dell’onda sono di sicuro per un livello di surfisti esperti. Per la poesia, la magia e gli incontri lascio la parola a Desert.

 

Quanto sei cambiato come scrittore e come persona dal tuo primo libro e quanto è cambiato il surf nel mondo secondo il tuo punto di vista?

Ci tengo a precisare che non mi considero uno scrittore solo per il fatto che scrivo, come non mi considero un surfista solo perché faccio surf. Troppo spesso ci identifichiamo con quello che facciamo e nel processo di crescita che sto vivendo sto cercando di non identificarmi con nulla. Il surf e la scrittura credo siano strumenti, il surf mi permette di stare in mare, elemento primordiale in cui mi sento a casa. La scrittura mi permette di condividere ideali e valori a cui tengo davvero: il rispetto della natura, viaggiare in modo sostenibile e la crescita personale.
Per non sviare ancora una volta alle tue domane e cercare di dare una risposta adeguata posso dire che in questi anni di carriera da surfista, scrittore, viaggiatore ho imparato molto sotto tanti punti di vista e il risultato è una maggiore attenzione verso la scrittura ma anche nella cura del confezionamento di un libro, e spero che si veda anche in questo ultimo lavoro pubblicato. Ci sono alcuni dettagli che grazie anche alle persone con cui collaboro spero vengano apprezzati da amici e lettori.
Il surf non so come sia cambiato, a livello personale è davvero diventato sempre di più lo yoga del mare. Amo andare in acqua da solo o con pochi amici, ma in condizioni di serenità e rispetto reciproco non mi dispiace giocare con le onde anche in giorni medio affollati. Mi auguro solo che in questo momento in cui il surf è diventata anche una moda, le persone che hanno più esperienza non lo usino come pretesto per pubblicizzare marchi e cose di poco valore, ma che si possa trasmettere a tutti che il surf non è uno sport, e chi lo vede solo come tale mi dispiace ma non ha capito davvero il vero significato di un’arte antica che dovrebbe rappresentare il legame dell’uomo con la natura e il mare. La responsabilità di ogni surfista e amante del mare dovrebbe essere quella di proteggerlo, tutelarlo e cercare di trasmettere il concetto di salvaguardia delle coste e degli oceani e a tutti gli altri magari un po’ distratti dal mondo che scorre. Se ognuno di noi riuscisse a fare di volta in volta qualche piccolo gesto, raccogliere rifiuti abbandonati, evitare di cibarsi di pesce che arriva dalla grande distribuzione, e fare acquisti consapevoli di prodotti che non danneggiano l’eco-sistema marino (ma anche quello terrestre in generale) allora il surf può diventare un pretesto per fare del bene a noi stessi e al pianeta.

 

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I tuoi lettori ti sono molto affezionati e ti seguono molto sui social, che rapporto hai con loro? C’è un aneddoto interessante in merito che ci puoi raccontare?

Sono davvero fortunato, per me ogni “lettore” è un nuovo amico, di solito chi legge ciò che scrivo si immedesima nei racconti. Molti hanno gli stessi valori, altri trovano spunti interessanti… anche il discorso dei social che considero uno strumento è un modo per restare in contatto con le persone e condividere le cose belle della vita o anche quelle cose che non ci vanno a genio e vogliamo condividere per sensibilizzare gli altri. Come tutte le cose vanno usate con parsimonia. Un aneddoto interessante è l’incontro con Gaetano Fallacara, ad oggi un carissimo amico, che comprò una delle prime copie di Australia: quando un sogno diventa realtà, e anni dopo, lo racconto all’inizio di La Baia della Luna, non essendo riuscito a ritirare i biglietti aerei in partenza per l’Australia, io e miei compagni di viaggio Bebo e Paolo, ci siamo ritrovarti nella sua barca a vela a vivere una piacevole avventura imprevista. Da allora Capitan Gaetano è diventato un carissimo amico, è venuto in Australia con me nel 2005 mentre accompagnavo un gruppo in un surf tour sulla costa est con altri “lettori” che sono diventati amici e avevano deciso di vivere un’esperienza con me in Australia. Ricorderò quel viaggio tutta la vita, mi hanno fatto disperare ma mi sono divertito come un matto.

 

 

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Hai già in mente quale sarà il tuo prossimo viaggio o libro?

A dire il vero, ho viaggiato ancora molto da Desert in poi… per ora mi sento di dire che il prossimo libro è già scritto e racconta di un viaggio davvero avventuroso in Indonesia. Ho cominciato anche il sesto libro, ma mi sembra un po’ presto per parlarne ora, non credi?

C’è un consiglio che vorresti dare a chi vorrebbe iniziare a scrivere di surf ed esplorazione?

Mi sento di dire di viaggiare, vivere e scrivere… e poi chiedersi quali sono le finalità per cui vogliamo eventualmente rendere pubblico quello che scriviamo. Credo che se lo facciamo solo a scopo personale per raccontare la “nostra” storia, allora sarebbe meglio lasciare stare. Se invece tra gli obiettivi ci prefissiamo qualcosa che possa portare beneficio agli altri allora il passo successivo e di trovare una team di amici di professionisti o cercare un editore bravo (ce sono oramai troppi), magari che non sia di quelli a pagamento, e di lanciarsi in una nuova avventura, tenendo sempre presente dove si vuole andare, anche se a volte capita di cambiare strada durante il cammino… Buona fortuna!

 

 

Desert - Winki - Australia e Indonesia -www.winki.it

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