Artworks

Unsane new album: Wreck

Il nuovo album del trio newyorkese Unsane.

Basta ascoltare il primo reef di “Rat” e dare un’occhiata all’orrida mano insanguinata in copertina per capire che gli Unsane stavolta fanno sul serio. Quasi si volessero vendicare del loro precedente lavoro,il tiepido “Visqueen”, partono all’attacco con un geometrico pezzo di Hemet-iana memoria e, meravigliosamente sfigurati, resuscitano dai sudici vicoli del Queens che hanno dato loro i natali. Squadra che vince non si cambia quindi il power-trio più maleducato del noise-core gioca ancora una volta la carta rumore/nichilismo, “Wreck” infatti è costruito sulle macerie di un’umanità decadente e disillusa costretta a fare i conti col suo passato. Parliamoci chiaro: siamo destinati all’estinzione ed un po’ ce la meritamo anche. Gli Unsane barcollano paurosamente come ciclopi in chetamina sul giro di basso di “Metropolis” per poi tornare all’arrembaggio con “Ghost” che pare uscita dai migliori capitoli del loro “Occupational Hazard” (capolavoro al limite del death metal datato 1998) e che fa male come la coltellata che ha ridotto in fin di vita Chris Spencer qualche anno fa. Il bassista Dave Curran canta tutti i sei minuti e passa della malinconica “Stuck” che fa da preludio alla fragorosa bordata hardcore “Roach”, frenetico assalto sonoro à la Unsane che ha tutte le carte in regola per diventare un classico.

Finita qua?Neanche per idea.Il disco si chiude con la cover di “Ha Ha Ha” dei Flipper e, credetemi, quella risata distorta al posto del ritornello farebbe accapponare la pelle anche a Dario Argento.

Text_Glauco Nuti

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