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La Fotografia di Federico Vanno

Dopo aver passato anni davanti alla lente, Federico Vanno ha deciso di dedicarsi seriamente all’altra sua grande passione, la fotografia, che lo ha spinto a passare dall’altra parte dell’obiettivo.

 
Tube View a Ostia Beach

 

Da surfisti, abbiamo spesso una visione privilegiata delle onde. Quante volte abbiamo visto i nostri amici surfare o prospettive particolari delle onde e ci siamo detti :”Se avessi una macchina fotografica…”? Federico Vanno, dopo anni sui campi di gara e davanti all’obiettivo dei fotografi, ha deciso di coltivare a tempo pieno quella che è sempre stata una sua grande passione. La fotografia. E lo ha fatto buttandocisi a capofitto e sviluppando la tecnica da terra e dall’acqua, con ottimi risultati. Lo abbiamo intervistato per saperne di più su questa sua nuova vita, ma se per caso volete farvi fare qualche bella foto cercatelo su facebook, e dategli appuntamento sulla line up.

 


Leonardo Fioravanti, Padang Padang

 

 

Ultimamente ti abbiamo visto molto preso dalla fotografia, dove e come hai appreso le prime nozioni tecniche?

Le mie prime nozioni sono state da auto-didatta cercando informazioni sia tramite web che con i libri. Dopo qualche tempo di pratica ho ricevuto come regalo di compleanno “l’ occhio del fotografo” dai miei amici Marco Ranaldi ed Edoardo Bianchi, da quel momento è aumentata la mia fame del “sapere” “conoscere” e “mettere in pratica” questo spunto mi ha fatto aumentare la passione travolgente per la fotografia. Successivamente dopo un paio di anni mi sono reso conto che le mie esigenze erano aumentate e la voglia di approfondire la tecnica per fare un passo avanti era oramai matura, per questo ho deciso di fare un’altro tipo di investimento oltre quello sul’ attrezzatura, ovvero quello sulla teoria. Mi sono iscritto ad una delle migliori scuole di fotografia di Roma chiamata “HISO 1000” corsi eseguiti da Marcello Melis un fotografo ed anche ingegnere elettronico con una grande preparazione oltre che teorica e scientifica anche pratica, il quale è riuscito a tirar fuori il meglio di me dietro la lente.

 

 
Danilo La Mantia, Sud Italia

 

Qual è stata la scintilla che ti ha fatto accendere la passione della fotografia?

La mia è stata una passione coltivata da dentro fin da piccolo, sono stato sempre abituato da mio padre alle foto, alle macchine fotografiche, trasferte fotografiche e cose simili. A casa possediamo un mobile pieno di diapositive e di foto stampate catalogate con i loro libretti divise per data, si possono trovare dalle foto alle feste di Natale alle foto subacquee delle immersioni di mio Papà, alle vacanze invernali sulla neve e così via per una vita intera dei miei fratelli e della mia. Questo per dirvi che sono cresciuto con queste scatole nere con i cilindri intercambiabili dai quali sono stato sempre attratto, visto che vedevo mio padre giocarci, mentre io avevo l’ autorizzazione di poter giocare solo con la gomma piuma della custodia che conteneva tutta l’attrezzatura. Una volta cresciuto ed incominciato a fare surf ed essere indipendente conobbi Antonio Ronchini, con il quale abbiamo avuto sempre un ottimo rapporto e spesso quando c’era un’occasione di una trasferta e si aveva del tempo disponibile ci guardavamo assieme le foto, cercando di vederle non solo con l’ occhio del surfista bensì cercavo di immedesimarmi in quello del fotografo, imparando la differenza tra una bella foto tecnica a prescindere dalla radicalità della manovra e tra una foto solo radicale, fare uno scatto con le due cose assieme è il massimo. Dopo qualche tempo decisi di comperarmi tutta l’ attrezzatura e fare questo passo che avevo sentito sempre dentro.

 

 

Di sicuro non dev’essere facile conciliare la passione del surf con quella per la fotografia, come ci riesci?

Fin dai primi scatti la passione già c’era e non ho mai avuto difficoltà a dividermi con le mie passioni, anche perché non avrei speso centinaia di euro per comperarmi l’attrezzatura per poi lasciarla chiusa dentro un armadio. I primi tempi dedicavo più tempo al surf, cioè impostavo la mia giornata in base alle onde per poterle surfare e non per scattare, mentre ora è tutto l’ inverso, decido di fare surf perché so che dopo la luce è migliore oppure perché le condizioni del mare andranno in aumento o a migliorare, ho cambiato la mia impostazione nel dividermi la giornata tra surf e foto. Devo dire che non sei il primo che mi fa questa domanda,  anche io quando mi trovo dietro la lente e scatto tra me e me mi faccio la stessa domanda, poi sorrido, senza riuscire a staccarmi dalla mia macchinetta, per questo motivo cerco di darmi un orario ben preciso per poi posare l’ attrezzatura ed entrare in acqua ma regolarmente la voglia di cercare lo scatto più bello della giornata non mi molla mai, rimanendo con il dito incollato sulla mia povera Canon, se poi mi dovesse capitare lo scatto della giornata è la fine, subentra la voglia di farne subito un’altro con la convinzione di farlo da li a breve, nel mentre preso da ciò che sto facendo finisce la giornata e la mia fierezza e appagata dal lavoro svolto fotograficamente.

 

 

In una giornata di onde, in percentuale quanto dedichi al surf e quanto alla fotografia?

Le variabili sono molte, dipende dalle onde, da come è il tempo e da dove mi trovo. Mi spiego meglio, se le onde sono ventose e la misura è scarsa neanche mi metto a scattare, magari se le previsioni danno il mare in aumento prima mi faccio io una session per togliermi la voglia di fare surf, per poi attendere il momento migliore e dedicarlo alla fotografia. Cosa importate è anche la luce e in quale spot mi trovo, anche questo va calcolato è difficile trovare spot con una luce buona da fotografare tutto il giorno, per questo bisogna calcolare le migliori ore di luce che spesso e volentieri non conciliano con le migliori onde della giornata.

Poi tutto è variabile soprattutto qui in Italia ed in particolare nel Tirreno dove è rarissimo avere onde lunghe e quindi mare mosso privo di nuvole. Comunque tornando alla domanda negli ultimi tempi mi divido 50 e 50 se le condizioni sono ottime tutto il giorno, ci sono state giornate in cui non ho messo i piedi sulla tavola e sono stato tutto il giorno a scattare magari anche da dentro l’acqua con doppia session in spot diversi perché la condizione delle onde aveva una buona misura ed il vento era da terra. Ovviamente bisogna tener conto anche dei riders che si trovano in acqua, mi piace fare foto di contorno cioè prive di surfista in azione ma cerco di scattarle in una giornata in cui riesco ad unire tutte due queste cose cioè contorno e surfisti.

 


Marco Ranaldi, Bali

 

Non ti dispiace un pò il fatto che quando imbracci l’attrezzatura spesso ormai le onde migliori se ne sono andate?

No per niente, tutti quelli che mi vedono credono che io soffra quando mi trovo con la mia attrezzatura ma non è così, riesco a fomentarmi lo stesso grazie agli scatti che faccio, ottenuti con le mie capacità ed il duro lavoro eseguito precedentemente per sapere e conoscere cosa si può fare con la mia macchina, sarebbe sciocco dire che la sensazione che provo quando faccio un tubo è la stessa cosa se lo fotografo ad un’altro, è diverso ma stare dietro la lente ed immortalare quel momento gratifica in una maniera enorme, soprattutto quando cerchi di creare uno scatto con una tecnica in particolare e quando torni a casa fremi come quando vedi le belle onde a prima mattina e non vedi l’ora di entrare in acqua, è bello rendersi conto se ciò che hai cercato con il tuo duro lavoro lo hai ritrovato in una immagine, questo da gratitudine e voglia di andare avanti per acquisire nuovi metodi, del resto più si scatta e più si impara. Anche se so di aver perso le onde migliori non mi importa so che in un’altro giorno darò sfogo alla mia fame di surf.

 
Ostia Beach Break

 

Da un pò di tempo hai iniziato anche a scattare dall’acqua, con tutti gli sbattimenti che comporta, come mai questo approccio?

Le motivazioni sono più di una, la voglia di fotografare da un’angolazione diversa è la prima, ed imparare una nuova cosa la seconda, devo dire che fotografare in acqua lo sento ancor più parte di me, visto che mio Zio Maurizio Sarra è stato un pioniere della fotografia subacquea e fondatore della nota rivista “Mondo Sommerso” una voglia irrefrenabile mi dice di andare avanti con questa nuova esperienza, tramandata nel mio cuore.

Devo dire che non trovo troppi sbattimenti, perché sono già abituato ed anche forgiato dalle “difficoltà” di chi incontra nello scattare dal’ acqua, sono quasi 20 anni che lotto nell’ indossare in inverno mute bagnate ed avere le dita delle mani e dei piedi atrofizzate dal freddo, lottare con le onde e trovarsi nel punto sbagliato al momento sbagliato, rendersi conto che la roccia non è così morbida come la sabbia e così via con vari aspetti “negativi”. Voglio dire per me questo, che tu reputi “sbattimento” è naturale, è un piacere è una grande scarica di adrenalina trovarsi in acqua e scattare, mi dirai che per fare questo bisogna seguire un allenamento costante sopratutto per le gambe altrimenti non riesco a surfare dopo una session di fotografie o reggere una giornata a pianeggiare contro corrente. Dopo parecchi anni di esperienza di surf sono riuscito ad acquisire una buona acquaticità, sapendo dove mettermi e come fronteggiare le onde ed i punti dove non bisogna trovarsi mai, l’ approccio per me è stato molto naturale e poco difficoltoso.

 


Carlotta Castangia

 

Chi sono i fotografi che ti ispirano maggiormente, italiani e stranieri?

Iniziando da quelli stranieri sono senza ombra di dubbio il grande Tim MecKenna un nome una leggenda, uno dei più grandi fotografi all’aperto del mondo premiato più volte per le sue opere ottenendo anche il Bachelor of Art presso il Queensland University. Un fotografo a 360° è questo ciò che mi ha ispirato, senza limiti capace di dar poesia nelle sue creazioni, la sua fototeca va dalle aree subacquee, al turismo, la natura, la fauna e flora, fino ad arrivare alla moda, al turismo ed ai grandi sport estremi.

Anche Jeremiah Klein lo reputo uno dei grandi, collaboratore con moltissime aziende e capace di scegliere linee semplici e luci potenti dando un effetto di grande spicco e armonia, spesso presente su “surfline” pronto ad cogliere il top del surf mondiale sulla North Shore ed in California. Brad Masters mi piace come fotografo e come conduce la sua filosofia di vita, grande ricercatore di onde nuove alla continua esplorazione di nuovi posti da poter ducumentare, ponto ad ogni nuova avventura.

E tanti altri come Timo Jarvinen, Ryan Craing…

In Italia Axel Piperno mi ha dato un grande stimolo, anch’esso ricercatore del “tubo” e di ciò che ogni volta un surfista vede quando entra dentro quella camera di acqua, una cosa impossibile da spiegare ma fattibile da immortalare. Antonio Ronchini che mi ha fatto conoscere lo sport del surf visto da una lente, ha sempre avuto una grande tecnica ed è sempre stato ingegnoso, come per trovare nuove angolazioni con la sua scala tra gli scogli per avere una visuale rialzata a Banzai.

Il grande Jock Ingram il quale è stato il primo fotografo dal’ acqua che ho conosciuto in Italia, con un grande carisma da vero Americano Jock trasmette energia pura.

Fabio Palmerini un fotografo ricco di idee con grande tecnica ed esperienza che riesce ad applicare sui suoi lavori di surf, paesaggistica, fauna, still-life con immagini intense che trasmettono purezza.

Alessandro Lulli sempre presente ed anche lui un fotografo senza timore pronto ad entrare in acqua per documentare ciò che accade da un altra angolazione.

E tanti altri come Mattia Stocchi, Piero Capannini…

 


Padang Padang è ormai il set preferito da Federico Vanno

 

Quali altri fotografi italiani conosci che scattano dall’acqua e in che rapporto siete? C’è competizione?

Conosco i fotografi prima citati e i rapporti sono buoni, con Jock e Alessandro siamo stati alcuni anni fa in Francia condividendo dei bei momenti passati insieme, posso dire che con Axel c’è un rapporto un pochino più consolidato, perché l’ ho conosciuto in acqua quando mi ha immortalato in una foto molto bella e poi mi ha aiutato dandomi molte dritte, visto che lui si è cimentato in questo mondo prima di me e la mia gratitudine è il minimo che possa fare, ho visto che anche Capannini ha incominciato a scattare dall’ acqua, sono contento di questo, cioè più siamo e maggiore è la crescita di ognuno di noi, per avere nuovi stimoli.

 

 

Quindi cosa rappresenta per te la fotografia?

Fotografo per sentirmi bene con me stesso, mi piace, mi rilassa, mi mette curiosità e cerco di comunicare agli altri le cose che ho vissuto o che ho visto con i miei occhi, per questo ho deciso di mettermi dietro una macchina fotografica. Questo voglio ottenere dalle mie fotografie, mi posso definire un amatore delle belle scene ed ognuno di noi ne ha tante da raccontare, sta solo ad ogni singola persona farla sua per sempre, io ci sto provando con i miei scatti ed ogni giorno che passa mi piace sempre più fare questo, la passione mi indirizza e cerco di immortalare ciò che trovo sul mio percorso.

 

 

Con tutte queste premesse, la fotografia per te non sembra un semplice hobby, vorresti diventasse qualcosa di più?

Ma tu ne sai una più del Diavolo!!! Sono arrivato ad un punto della mia vita in cui sono stato messo, metaforicamente parlando, di fronte ad un bivio, la vita è una sola e le scelte non sono mai facili da prendere. Ho deciso di investire molto sul mondo della fotografia, almeno tanto per le mie possibilità. Spero che non rimanga solo un hobby e che possa diventare a breve qualche cosa di più, dopo aver impegnato, corpo, mente e anima non resta che fare altro di crederci fino in fondo, per raggiunge l’ obiettivo.

 

 

In genere quali situazioni preferisci ritrarre?

Mi piace molto stare a contatto con la natura quindi la scelta di foto paesaggistiche e naturalistiche sono le mie preferite, riescono a donarmi quiete e curiosità, vedendo in maniera accurata una foto che ho fatto mi piace trovare i particolari che durante lo scatto non mi ero reso conto. Poi ti dico la verità quando ho la macchinetta in mano non capisco più nulla, subentro in uno stato di simbiosi con la mia macchinetta che impazzisco letteralmente cercando le varie angolazioni e facendo le varie prove tecniche di impostazione. Ovviamente avendo una passione irrefrenabile per il mare e per il surf in particolare, quando fotografo dall’ acqua raggiungo l’apice della gioia, anche perché so che la faccio raggiungere a chi ho scatto la foto, in fondo ci piace a tutti essere fotografati nel momento in cui stiamo facendo una manovra o ancor meglio mentre ci siamo infilati in un tubo.

In questi mesi, Federico Vanno si trova a Bali, dove sta mettendo a punto la sua tecnica fotografica dall’acqua. Se passate da quelle parti non dimenticate di mandargli un messaggio sul suo facebook, Federico non vede l’ora di farvi qualche bella foto nel tubo!

 

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