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Raccolta fondi per salvare l’onda della Grotta del Saraceno

L’onda della Grotta del Saraceno in Abruzzo è ancora in pericolo. Il comitato Litorale Vivo continua a dialogare con l’amministrazione locale ma è necessario un aiuto da parte di tutta la comunità surfistica italiana per una raccolta fondi a sostegno delle attività del comitato.

Contro il progetto delle barriere frangiflutti che decreterebbero la scomparsa di una delle onde più belle dell’Adriatico, il comitato Litorale Vivo ha fatto ricorso al TAR, un iter lungo e dal costo di circa 15mila euro. Non si tratta più di una semplice battaglia locale, ma un tema che dovrebbe interessare tutti i surfisti e gli amanti del mare in generale. Oggi è l’onda di Vasto ad essere seriamente minacciata (oltre al paesaggio e l’ambiente), domani potrebbe essere l’onda che abbiamo sotto casa. Molti dei litorali italiani sono già devastati da frangiflutti: ma se in passato poche erano le soluzioni progettuali, oggi il ventaglio di possibilità è molto più ampio e si potrebbe naturalmente conciliare un piano antierosione con la pratica del surf.
Partecipate numerosi alla raccolta fondi attiva a questo link:
https://www.gofundme.com/f/7ukahp-tutela-del-paesaggio-costiero

Una raccolta fondi per salvare l’onda di Vasto

Il comitato Litorale Vivo ricorre al TAR per cancellare il progetto dei frangiflutti: “Aiutateci in questa battaglia per l’ambiente e per le onde”

La Grotta del Saraceno, l’onda minacciata da frangiflutti voluti dal Comune di Vasto, si può ancora salvare con il ricorso al TAR, il Tribunale amministrativo regionale. È questa la strada intrapresa dal comitato Litorale Vivo, nato per difendere l’ambiente e proteggere la famosa onda abruzzese, situata nella costa dei Trabocchi, perla blu della regione. Per farlo serve però l’aiuto di tutta la comunità surfistica italiana in quella che si prospetta non solo come una semplice querelle locale, ma anche come una battaglia per difendere la pratica del surf da onda (disciplina olimpica) della Penisola, il suo paesaggio e l’ecosistema marino.

Il Comitato ha già affidato la pratica a un legale e ha anticipato le prime spese, ma per portare avanti il ricorso servono in totale circa 15 mila euro, solo in piccola parte già raccolti. Per questo è stata attivata una raccolta fondi: tutti possono donare, anche una piccola cifra, per permettere a Litorale Vivo di andare sino in fondo e aprire la strada normativa della “tutela delle onde”, finora mai percorsa dalla normativa italiana.

“Il nostro è un appello a tutti i surfisti italiani, di tutti i livelli, ai semplici appassionati e anche a chi va al mare ad ogni mareggiata: donate, fate passaparola, consigliate agli amici il crowdfunding, magari per un regalo alternativo. Noi ci stiamo mettendo impegno, passione e anche le nostre risorse finanziarie, ma è evidente che serve la forza di tutta la comunità per andare avanti”, racconta Antonio Mercorio, presidente del Comitato.

La possibilità di vincere è concreta e in realtà, anche grazie al ricorso, il Comune ha già annullato in autotutela un provvedimento: aveva infatti rilasciato un’autorizzazione fondamentale, la VINCA (Valutazione di incidenza ambientale) senza considerare ben quattro osservazioni presentate da Litorale Vivo, correttamente protocollate. Oltre a questo, il Comune aveva anche affidato la gara di appalto prima della conclusione della stessa Valutazione di incidenza ambientale.

Il comitato Litorale Vivo è contrario al progetto antierosione voluto dal Comune di Vasto, finanziato con circa 3,5 milioni di euro, perché non tiene conto delle reali esigenze, è sovradimensionato e andrà a danneggiare un litorale ancora immacolato. Diverse sono state anche le richieste di rimodulazione, ispirate a tecniche moderne, meno costose, più efficaci e con un impatto ambientale contenuto o nullo, molte già sperimentate con successo in Italia o all’estero.

“Capiamo le diverse esigenze, ma oltre ad evitare la distruzione dell’onda, vorremmo proporre un approccio diverso – conclude Mercorio – i litorali italiani sono già puntellati da frangiflutti che provocano loro stessi fenomeni erosivi e sono pericolosi per la balneazione: riteniamo che pensare di voler imbrigliare il mare, in un gioco ricorrente e in perdita, non sia l’approccio corretto e per questo ci auguriamo che le soluzione alternative siano davvero prese in considerazione”.

Per donare, si può visitare la pagina sulla piattaforma Go Fund Me a questo link: 

https://www.gofundme.com/f/7ukahp-tutela-del-paesaggio-costiero

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