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Salviamo Anzio: Una Prima Valutazione di Cuore e di Testa

Greenoceansurfing nasce dall’amore di 3 amici per un litorale e dal desiderio comune di affrontare la questione dell’educazione ambientale partendo dalla passione e dalla pratica di uno sport.

Anzio, Lido delle Sirene, spiaggia pubblica dello scoglio dell’Orso. Qui durante un giorno d’estate abbiamo deciso di iniziare il nostro percorso come GOS.
Purtroppo proprio in questi giorni il lido delle Sirene è oggetto dei lavori del primo stralcio di opere da realizzare per la “difesa” e “ricostruzione dell’arenile, opere che ad una valutazione d’istinto (ma presto arriveranno anche quei tipi di valutazione da persone esperte nel campo di opere marittime) sembra una follia. 

 
La costa di Anzio a ponente ha certamente bisogno di protezione. È una costa a tratti bellissima e a tratti bruttissima, naturale e antropizzata all’eccesso con costruzioni sull’arenile. Una costa che chiede a gran voce di essere valorizzata e difesa con amore e buon senso. Una costa che, se aiutata, potrebbe riportare Anzio agli antichi fasti di perla del Tirreno.
Come spesso accade in questo nostro martoriato Paese l’immobilismo regna sovrano fra burocrazia e interessi, ma purtroppo, quando poi le cose si muovono, fanno rimpiangere sempre il passato. Bisognava intervenire certamente, ma può essere questo il modo!? Distruggendo la costa di ogni sua caratteristica, appiattendola dietro una linea geometrica priva di qualsivoglia valore estetico-formale? 
 
 
L’evidente necessità di un intervento
 
 
Ma andiamo per gradi, cercando per quanto ci è possibile di spiegare e valutare il progetto in questione.
 
Dalla relazione del progetto esecutivo del 1° stralcio e dai grafici del progetto, apprendiamo quanto segue.
La ARDIS (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo) ha redatto, nel marzo 2009, il progetto esecutivo per i lavori di difesa e ricostruzione della spiaggia Tor Caldara e Capo D’Anzio, circa 4 km di litorale suddividendo i lavori in più stralci per tempi e appalti.
I lavori appena cominciati per il primo stralcio prevedono la realizzazione dei primi 5 di 15 pennelli (moli perpendicolari alla costa) emergenti di 1 metro dal livello del mare e a forma di T per una larghezza di 5 metri. Tali pennelli saranno posti ad una distanza di circa 200 m uno dall’altro ed estesi nel mare per una lunghezza variabile di circa 100m.
Le testate di questi pennelli saranno collegate tutte da una barriera posta a mezzo metro sotto il livello del mare e larga 10 metri. Ovviamente ne consegue che questa barriera parallela alla costa, a opera compiuta, avrà una lunghezza senza soluzione di continuità di circa 4km. 
 
 
4 km di costa imbavagliati
 
 
Pennelli e barriera concorrono alla “ formazione di “celle” aventi dimensioni circa pari a 100×200 m al fine di garantire l’arresto dei fenomeni erosivi in atto nelle aree oggetto del presente intervento e il naturale rinascimento del litorale”. Come si legge nella relazione
 
Come già specificato questo primo stralcio prevede la realizzazione dei primi 5 pennelli e del primo tratto di 1500 m di barriera, quelli che vanno dall’oasi del WWF di Tor Caldara fino allo scoglio dell’Orso del Lido delle sirene. Per questa prima trance sono previsti 220 giorni di lavoro, con una interruzione da Aprile a Ottobre per il periodo balneare.
Verrà dapprima realizzata una “strada” a 100m circa dalla riva per un’altezza di 1 m sopra il livello del mare ed una larghezza di 10m, lungo tutti i 1500m di costa da “difendere”. Da lì camion e ruspe lavoreranno realizzando i pennelli da mare verso terra, e in un terzo momento verrà poi tolto il materiale in eccesso creando la barriera parallela alla costa ad appena 50cm sotto il livello del mare.
 
Primo stralcio delle opere
 
 
Facciamo qualche valutazione.
Iniziamo col dire che in questa relazione non si è mai parlato di batimetria (studio delle linee di livello sottomarine), di parametro base (altezza significativa dell’onda e provenienza), non si è mai parlato di impatto ambientale, né tanto meno di conformazione della costa.
Da quello che si può evincere dai grafici è stato considerato che il fondale vada abbassandosi uniformemente e gradatamente, ma basta un minimo di conoscenza reale di queste acque per sapere che ad ogni direzione di vento e mare corrisponde un diverso tipo di fondale. Basta aver passato un po’ di tempo su questa costa per sapere che ci sono 3 diverse secche e altrettante diverse buche a seconda delle mareggiate e che il fondale è tutt’altro che costante e uniforme!
Sarebbe bastato un minimo di discernimento per conoscere le varie secche, gli andamenti della costa, i capicorrente e gli scogli sommersi.
Perché i pennelli sono stati posizionati tutti perpendicolari alla costa ad una distanza costante di appena 200m uno dall’altro e per una lunghezza costante di 100m? come è mai possibile che una maglia 100×200 metri possa andare bene per tutti i 4000m di costa? Il mare è vivo e bisogna con sapienza e studi assecondare e accompagnare il suo respiro per poter dialogare e ottenere dei risultati reali.
Posizionare i pennelli alla stessa distanza su una costa che conosciamo a fondo è il segno che questo progetto “fa acqua”. Non un’indicazione sulle mareggiate prevalenti, i venti, le correnti. Tutti sanno che qui lo scirocco prende sabbia e il maestrale la porta! Bisognava prevedere qualcosa che usasse a nostro vantaggio questa semplice (almeno per noi) legge naturale.
 
I lavori vanno veloci, dobbiamo esserlo anche noi
 
Vogliamo poi parlare di una barriera di 4 km che per 10m non lasci che 50cm di acqua? E non bisogna pensare ad un fondale piatto, ma rocce con alghe e ricci. Impossibili da oltrepassare a nuoto, a piedi, con un qualsiasi mezzo! Niente di più pericoloso!!!!
Vogliamo il porto turistico ad Anzio? Bene! Ma allora chi si compra il posto barca qui non potrà mai per tutta la lunghezza della costa attraccare nemmeno con un gommoncino! Mezzo metro sotto l’acqua per 10 metri di larghezza è un qualcosa di incomprensibile. Qualunque possibilità di praticare uno sport nautico (surf, windsurf, nuoto, vela) o qualunque altra attività nautica sarà impossibile lungo tutto il tratto di costa!!!!
Siamo sicuri che quello che vogliono i turisti sia questo? Se vogliono andare in vacanza al lago vanno al lago, non al mare! Siamo sicuri che quello che serve alla città per incrementare il turismo sia questo? Siamo sicuri che 15 pennelli lunghi 100 ad una distanza sempre uguale sia l’immagine che si vuol dare di questa meravigliosa e tormentata costa?
Quello che sembra è che non sia chiaro veramente a nessuno, né tantomeno all’Amministrazione del Comune di Anzio, quello che sta accadendo. La Regione Lazio prevede questo progetto e queste opere per Anzio e Anzio le deve accettare così in silenzio…. Le stesse opere progettate per Focene o Fregene. Tutte uguali perché il progetto è sempre lo stesso:
il mare mangia la sabbia, bene basta fare una barriera e il gioco è fatto.
Come dire:
-          Mi aiuti, dottore, ho un’unghia incarnita!
-          Amputiamo dal ginocchio così non avrà più questo tipo di problema!!!!
 
Ma l’assurdità di tutto questo è anche legata al fatto che se io dovessi fare un progetto qualsiasi, darei  comunque sempre delle previsioni…. Cioè cosa accadrà dopo il mio progetto, o almeno cosa spero che accadrà?…. In nessun punto della relazione è specificato quanti metri cubi di sabbia saranno recuperati, in quanto tempo, in quale modo.
Dalle conclusioni della relazione leggiamo: “risulterà altresì necessario, successivamente alla realizzazione delle opere di che trattasi, monitorare costantemente l’efficienza protettiva delle scogliere realizzate e prevedere, nel lungo periodo, interventi di manutenzione, onde evitare che situazioni lasciate per troppo tempo non controllate possano poi divenire difficilmente recuperabili.”
La sensazione è che questo sia uno scellerato esperimento. Nessuno ha previsto quello che succederà effettivamente, sulle basi di che cosa. Hanno appaltato questo primo stralcio, compiranno le opere e vedranno quello che porterà. Alla peggio i soldi hanno girato, qualcuno ha riso, qualcun altro ha pianto, chi ci perde è sempre e comunque Madre Natura.
 
 
Lo scoglio dell’orso ferito, ma fiero
 
 
Ad oggi siamo convinti che col dialogo e il confronto dialettico fra Cittadini, Amministrazione, Associazioni e Regione si arriverà ad un risultato positivo per tutte le parti in causa. Per il bene di Anzio sicuramente chi può fare qualcosa la farà….
 
Vi terremo informati su tutti gli sviluppi….
 
 
 

Salviamo Anzio 

 
 
 
Proprio in questo periodo in cui fervono i preparativi per il lancio estivo di GOS, è accaduto un qualcosa che non poteva lasciarci inerti…. Dopo anni di chiacchiere finalmente iniziano i lavori per la salvaguardia della costa di Anzio a Ponente. Se ne parlava da tempo e fra i timori e le speranze, quello che ci si aspettava era la realizzazione di 5 o 6 pennelli perpendicolari alla linea di costa che, come in tutto il mondo accade, avrebbero portato sabbia e mantenuto inalterato (per quanto possibile) l’andamento naturale della vita del mare…. Per i surfisti una manna: la regolarizzazione delle onde e la attenuazione delle correnti longitudinali, che per chiunque abbia frequentato la zona sono notoriamente impegnative.
Purtroppo le cose non stanno così! 
Il progetto in atto lascerà la costa sconvolta e il mare privato della propria caratteristica vitale. La fine di ogni tipo di attività che non sia rimanere sdraiati sul lettino o nuotare in piscine salmastre. Surf, windsurf, vela, sup, nuoto, surf-casting o anche il semplice passeggiare col pattino saranno attività morte e sepolte per 4 km di litorale!!!!
Dall’inizio dei lavori ad oggi siamo in prima linea per informare le associazioni locali e i cittadini di quello che sta accadendo insieme con gli amici di ANZIO-SURF
Ma ora è arrivato il momento di spingere sull’acceleratore anche nel web. Con Surfculture inizieremo da domani un martellamento totale su questa vicenda, perché non si possa dire dopo “io non lo sapevo” o “nessuno ha fatto niente”!!!!
Rimanete in contatto…. A prestissimo!
 
 
Riproponiamo un video dei laovri di ripascimento fatti nell’aprile 2003 sullo stesso litorale. Se allora fossero stati fatti dei semplici pennelli per bloccare l’erosione trasversale il problema sarebbe stato già risolto con meno spese e disagi per gli utenti del mare e l’AMBIENTE. Nell’ottobre dello stesso anno lo spiaggione era riscomparso….
Qualcosa bisogna fare, ma sempre e solo nel rispetto di MadreNatura!!!!
 
 
 

 

 

Fonte: gosblogsurf.blogspot.com/

8 thoughts on “Salviamo Anzio: Una Prima Valutazione di Cuore e di Testa

  1. Alessandro Reply

    Mi permetto di dare un consiglio ai nostri “tre amici” che giustamente difendono le nostre preziose risorse ambientali: avete provato a segnalare l’intera vicenda ad associazioni quali ad esmpio il WWF o Italia nostra? Il loro aiuto potrebbe rivelarsi preziosissimo, anche per quanto alla possibilità che hanno di verificare la correttezza delle procedure effettuate (Impatto ambientale, vincoli vari). Suggerirei di segnalare anche lo spreco collegato ai lavori di “ripascimento” eseguiti nel 2003……………..fortunatamente il mare ha rimosso anche quello scempio. In bocca al lupo e coraggio………….a tutti noi.

  2. Filippo Reply

    Mammamia che scempio…… se lo fanno veramente è finita, l’unico tratto di costa dove ancora si può vivere il mare, quello vero diventerà uno stagno algoso tipo il Tirrena e Nettuno…….
    Addio onde, addio pescasub, addio windsurf….. a quel punto dopo 40 anni con immenso dolore anche io ti dirò ADDIO…….

    Che tristezza.
    Vi prego facciamo qualcosa

  3. Roberto Reply

    Anche Ladispoli e Marina di San NIcola hanno subito tanto disastro, ed anche qui si sono visti negli anni interventi tappabuchi, una reazione a catena che non conosce un termine ultimo.
    E’ acclarata la consapevolezza del danno in chi avalla certi scempi, ma forse la risposta va cercata nella disinformazione generale.
    Sistemi ecocompatibili e surf friendly , perchè anche di questo stiamo parlando, sono stati applicati in tutto il mondo, persino in India che ci ostiniamo a giudicare TERZO e talvolta QUARTO mondo, anche qui tutto è partito dalla protezione dei paradisi balneabili, ma è finito per unire l’utile al dilettevole, nella fattispecie, per essere anche un po concreti, mi riferisco alla apposizione dei GEOSACCHI, quetsi imterventi risparmiano innumerevoli fatiche ed inutili manipolazioni della costa, garantendo risultati da primato,incrementando uno sfruttamento rispettoso e sano delle aree coinvolte, rigenerando flora, fauna, attività turistiche e non ma questo evidentemente non crea abstanza “interessi”.

  4. Robb Reply

    Ma io vorrei sapere… questi cosiddetti ingegneri che progettano queste “bombe” ecologiche capaci solo di distruggere invece di conservare, DA DOVE CAZZO VENGONO FUORI???? L’esperienza non gli insegna niente? Non gli si può fare un resoconto di tutte le situazioni dove le barriere non sono servite a niente? Cercare di fargli progettare soluzioni più ecocompatibili? Non parlo di reef artificiali, ma almeno non distruttive degli spot… Forse è troppo difficile fare progetti alternativi? Non hanno le competenze? All’istituto geometri gli hanno insegnato solo i progettini degli anni 70? Non sono tecnicamente preparati, e quindi è più facile buttare dei sassi e sperare che il danno non sia troppo evidente????

  5. CrisTian Reply

    Scusate l’ignoranza…ma se le sappiamo noi ste cose come mai chi di dovere non le sa? o le sanno e se ne fregano? gia abbiamo poche onde…se poi si mettono pure loro, senza appunto parlare del disastro ambientale, logico!

  6. peppe Reply

    ‘mazza che eco-mostro che stanno per fare!!! oltretutto c’è da dire che con uno sbarramento del genere si avrà poco ricambio di acqua con accumulo di rifiuti e sporcizia rendendo la spiaggia un cesso propio come è successo a termoli al trabucco come accennava marco sopra…

    quindi neanche i bagnanti ci guadagneranno da sta storia!!!

    e i nostri cari ambientalisti dove stanno?!?!

  7. Marco Reply

    La nostra piccolissima costa molisana è stata scempiata da pennelli paralleli alla costa…il fatto che non fossero stati fatti dei veri studi dal principio lo ha dimostrato il dovere continuamente intervenire con altre barriere, un fenomeno a catena di erosione, e di frangiflutti tappa buchi, si era partiti 15 anni fa dalle prime barriere a 5km a nord per poi ogni anno metterne altre perchè il mare erodeva con piu intensità poco piu sotto…fino a dover intervenire fin sotto le mura antiche del paese di Termoli (lo spot del trabucco)… ovviamente quelle barriere sono servite a poco e si continuano a gettare massi ancora oggi continuando a devastare la costa! OVUNQUE BASTA SCOGLI!! TERMOLI è CON VOI!!

  8. Alessio Reply

    PER FAVORE!!!!
    Cerchiamo di salvare la nostra costa!!!
    Perchè dobbiamo realizzare questo scempio dove non trova eguali se non nella sola Nettuno sulla costa di Scacciapensieri!!!
    Ma a nessuno di questi grandi ingenieri, è venuto in mente di dare un’occhiata da quelle parti????
    BASTEREBBE solo un unico pannellone perpendicolare alla costa per eliminare qualsiasi problema e aumentare il turismo ad Anzio….
    Per favore teneteci aggiornati!!!
    SALVIAMO ANZIO

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