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In australia decollano le richieste del dispositivo antisqualo

Dopo i recenti attacchi di squali a Sydney nelle ultime tre settimane, e mentre continuano ad esserci avvistamenti (l’ultimo ieri sera alle 19.30 ora locale a Bondi Beach) decollano le richieste dello Shark Shield il celebre dispositivo antisqualo.

Intanto arriva anche la notizia che Glenn Orgias ha definitivamente perso la battaglia per tenere la mano, dopo che con l’intervento delle sanguisughe i medici avevano tentato di salvarla. Dopo l’operazione infatti si sono riscontrati problemi di circolazione sanguigna.

Shark Shild è un piccolo congegno messo a punto in Australia che respinge gli squali con impulsi elettrici e che sta registrando un boom di vendite, dopo tre recenti attacchi a Sydney. La SeaChange Technology di Adelaide, che produce lo Shark Shield (Scudo contro squali), ha detto che le ordinazioni si sono triplicate negli ultimi due mesi e le vendite sono aumentate del 50%.

Il congegno, che costa fra 300 e 350 euro secondo il modello, pesa 80 grammi ed entra nel palmo di una mano, emette impulsi elettrici che sono dolorosi per gli squali in un raggio di 7-8 metri. ‘L’animale ne soffre solo quando è nella zona dell’onda elettrica, ma quando ne esce non subisce alcun danno di lungo termine”, assicura Lunn.

Lo scudo antisqualo è di uso obbligatorio per i sub della polizia ed è accreditato dalla Nato per uso dei sommozzatori militari. Purtroppo non lo indossava il sub della marina che ha perso una mano e una gamba dopo essere stato azzannato da uno squalo toro l’11 febbraio durante un’esercitazione nella baia di Sydney, dove un attacco di squalo non si verificava dal 2000. Il giorno dopo un surfista veniva attaccato da uno squalo bianco presso la spiaggia di Bondi a Sydney e domenica scorsa un altro é stato azzannato presso un’altra spiaggia di Sydney. (Ansa.it)

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