Articoli

Welcome To Banzai: Lettera Aperta

Spunta un cartello a Banzai: “Non è uno spot per principianti”. La comunità si infiamma e il Banzai Surf Area reagisce con questa lettera aperta.

banzaicartello1

 

Alcuni giorni fa a Banzai, uno degli spot più famosi d’Italia e per questo anche molto affollato, è apparso un cartello recante una serie di regole comportamentali. Alcune delle regole indicate ha infiammato la comunità surf generando animate discussioni sul web. I ragazzi di Banzai Surf Area, che da sempre vivono e surfano gli spot della zona, hanno reagito al nuovo cartello con questa lettera aperta che riceviamo e pubblichiamo.

 

LETTERA APERTA DEL BANZAI SURF AREA

E’ da pochi giorni da quando è stato affisso questo enorme cartello che si è scatenata un’ animata discussione soprattutto sul web. La maggior parte dei commenti  è stata ovviamente di critica come per ogni novità che viene proposta. Questa iniziativa è stata una buona idea realizzata bene anche dal punto di vista grafico peccato che a rovinarla è stata una frase veramente fuori luogo che se veniva omessa sarebbe stato tanto di guadagnato. Questa frase recita “Qualsiasi violazione delle regole indicate porterà all’allontanamento dallo spot”. Sorge spontanea a questo punto una domanda: C’è qualcuno deputato alla figura di arbitro o di garante delle regole o è solo una frase nata dalla frustrazione dell’eccessivo affollamento che si è scatenato negli ultimi anni a banzai? Una frase del genere non solo è fuori legge ma anche totalmente lontana dai principi del surf, uno sport in cui la libertà è al primo posto perchè è proprio il profondo senso di libertà che si prova quando si cavalcano le onde a essere un elemento base del surf da onda. Forse lo scatenarsi del fenomeno mediatico e il business che si è scatenato intorno a questa disciplina ha fatto entrare il concetto di proprietà privata anche li dove questo non esiste cioè in mare. Si perchè il mare è di tutti e tutti hanno il diritto di utilizzarlo ma il dovere di rispettarlo.

banzaisurfarea


Negli ultimi 20 anni il surf in italia è passato da uno sport molto di nicchia a un fenomeno mediatico molto popolare. Prima di questa moda le persone che praticavano questo sport si distinguevano per il loro profondo amore per il mare e per le onde. Le informazioni erano scarse non c’erano webcam e non c’erano decine di siti surf. Se volevi surfare dovevi leggere le carte, muovere il culo e tante volte prendere le “sòle”. Al massimo ti dovevi fidare del passaparola che nasceva dal primo che andava al mare. Insomma c’era veramente tanta passione. Con il crescere della tecnologia e del fenomeno mediatico favorito dalla nascita di eventi incentrati sul surf e dall’affermarsi di ragazzi italiani nel panorama surfistico internazionale le persone in acqua si sono moltiplicate a vista d occhio.


Non si può certo dire che in Italia ci sia una cultura del surf come in altri paesi del mondo. E proprio a causa di questo si riversa in mare ormai ogni mareggiata un mucchio di persone spesso allo sbaraglio. Il desiderio di mettersi in mostra spesso porta persone esperte e capaci a esagerare negli atteggiamenti verso i principianti o con chi è alle prime armi e allo stesso modo questi a volte eccedono in autostima buttandosi in condizioni al di sopra delle loro possibilità mettendo a repentaglio la sicurezza degli altri. In questa disciplina ci sono regole scritte e non, e mentre le prime sono state riportate su questo tanto discusso cartello le seconde dicono innanzitutto di avere rispetto del mare.

 

banzaicartello2
Il cartello è stato affisso proprio all’ingresso dello spot


 

Il surf è uno sport in cui l’uomo entra in un intimo contatto con la natura e la sua forza e questa che sia a largo delle Hawaii o a santa marinella è sempre in grado di farti del male. Quindi è sempre importante valutare se le condizioni sono idonee in base al proprio livello. Questo serve non solo a tutelare se stessi ma anche gli altri perché tutti possono sbagliare ma non a spese di qualcun altro e per questo il neofita deve stare più possibile lontano dagli altri e non gettarsi nella mischia. Inoltre  si dovrebbe valutare quanto è affollato un posto in relazione alla frequenza delle onde in modo da non scatenare una condizione di sovraffollamento che comporta solo tensione. Tanto per la cronaca lungo la costa non esiste solo Banzai! Non si sale direttamente sul picco di un’onda in precedenza a tutti con fare spocchioso anche se si è un surfsta esperto. I veri professionisti e fuoriclasse non hanno bisogno di urlare o intimidire le persone perchè il loro livello e esperienza gli consente di prendere le migliori onde e farsi le migliori surfate anche in mezzo a centinaia di persone.


È un profondo controsenso ricordare agli utenti le regole facilitando anche l’ingresso di persone meno esperte e allo stesso tempo minacciare, in quanto ponendo delle regole esplicite tutti gli utenti sono potenzialmente sullo stesso piano.

Se l’intento era quello di scoraggiare il neofita a questo punto si doveva avere il coraggio di essere più espliciti ma allora non aveva senso nemmeno spiegare le regole si poneva un divieto punto e basta. In questo modo si è rimasti in una via di mezzo senza prendere una posizione effettiva. Forse questa scelta riflette un po il modo di pensare delle diverse categorie di persone che frequentano lo spot da quelle immerse nel business e nella promozione di questo sport a quelle più integraliste che vogliono surfare e basta e meno gente c’è meglio stanno. E quindi si spiegano le regole ma si ricorda a tutti che c’è qualcuno che ti può cacciare! RIDICOLO!

A nostro parere si deve contribuire a migliorare e non a cercare di controllare con inutili frasi ed azioni pretestuose. Che si parta quindi dalle scuole surf, educando le persone alle regole, cercare di svegliare le amministrazioni locali a contribuire alla conservazione degli spots e della costa in generale, tutelando il territorio contro la possibile speculazione da parte di privati e incrementando i servizi ad esempio con la costruzione di docce. Non scordiamoci del pericolo scampato alla toscana dove per meri interessi privati si è cercato di costruire una strada e una gittata di massi alta tre metri. Oppure a banzai dove c’è sempre l’interesse a realizzare un piccolo porticciolo. Non dimentichiamoci della fine del 58! Il cartello in sè è stata una buona iniziativa, con una bella grafica e anche giusti messaggi come quello di non togliere i sassi perchè la spiaggia è un sistema in equilibrio dinamico e qualsiasi azione comporta una reazione spesso irreversibile che è molto difficile da prevedere.

Banzaisurfarea

INSTAGRAM @SURFCORNER #SURFCORNER