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La Corea del Nord Apre al Surf

La Corea del Nord apre le porte all’esplorazione surf e ai surf camp grazie all’aiuto di Nicola Zanella, già caporedattore di SurfNews Magazine.

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Hamhung

 

 

Per la prima volta nella storia del Paese il dittatore Kim Jong Un ha autorizzato i surf tour in Corea del Nord e intende aprire i primi surf camp sulla costa est. Per esplorare la zona è stata inviata una delegazione di 20 “pionieri” guidati dall’esperto Nicola Zanella, partiti alla volta di Pyongyang via Shanghai.

Dopo aver aperto le porte al turismo lo scorso anno la Repubblica Democratica che per Hrw ha un livello di rispetto dei diritti umani fra i più bassi del mondo prova a lanciarsi nel business delle onde sfruttando lo spirito avventuriero dei surfisti. Con un calo del 40% di turismo (scrive il Sun), la strategia del regime è infatti quella di coinvolgere sia i turisti stranieri sia gli stessi coreani nell’intrattenimento sportivo: la costa est potrebbe offrire tutto questo.

Per scoprire se le coste coreane hanno il giusto potenziale e se gli spot saranno all’altezza il governo coreano si è affidato a un’agenzia turistica americana del New Jersey, la “Uri tours”. I rapporti fra la Repubblica e gli States non sono certo idilliaci: l’attività di monitoraggio americana sull’armamento coreano è strettissima, costante e vicina a quella di Seul.

La Uri Tours promette un viaggio avventuroso, da “pionieri” appunto, dal costo di 2750 dollari. Obiettivo dichiarato dallo stesso Nicola Zanella, allenatore della squadra cinese di surf e con base proprio in Cina, è quello di testare le condizioni dei luoghi e del mare.

“Non diventerà Malibu – ha dichiarato Zanella al Guardian – ma si spera che possa diventare un punto di riferimento per la comunità del surf”. Insieme ad Andrea Lee che organizza il tour sperano di riuscire nell’impresa. Comunque vada, onde o non onde, c’è già un programma di visite che va da Pyongyang a Sijung, da Hamhung a Kaesong, passando per uno sguardo alle basi demilitarizzate e un passaggio sotto alle statue giganti in bronzo dei due Kim in Mansudae Grand Monument. Non è prevista alcuna “visita” ai campi di concentramento dove si stima siano detenuti almeno 120.000 prigionieri politici.

Articolo tratto da Huffington Post

 

 

 

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