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Leo Fioravanti, Mentawai

Sembrerà incredibile ma questo è il primo viaggio di Leonardo Fioravanti alle Mentawai, e le ha spaccate tutte, da Greenbush a Macaroni’s, a Ht’s.

 

 

Negli ultimi anni si è parlato molto di Leonardo Fioravanti, i detrattori dicevano che si sarebbe esaurito in fretta e che aveva troppa pressione addosso. Ma quest’estate è riuscito a superare le aspettative, reagendo da adulto, ha chiuso i barrel più grandi della sua vita e ha dimostrato al mondo quanto ama surfare.

Leo negli ultimi mesi sei stato pazzesco, spiegaci un po’ com’è andata.
Quest’anno il mio obiettivo era semplice: volevo vincere ancora gli Juniors. La mia vittoria del 2013 mi ha garantito una wildcard per gli eventi WQS in Europa, così ho provato ad entrare nei Top 100 per poter surfare anche nei Primes del 2015. La missione Juniors non è andata come speravo, ma poi in Lacanau, con l’aiuto di Jake Patterson, sono arrivato in finale dietro a Tanner Gudauskas. Non sentivo la pressione, mi sono seduto con Jake, abbiamo deciso il piano per ogni turno e ha funzionato.

Poi sei partito per il Pantin…
Si, ho sfruttato quello slancio per il Pantin. C’era la mia famiglia, Jake e Kanoa (Igarashi), uno dei miei migliori amici. E’ stato grandioso. Continuavo a vincere, mi hanno dato un 10 pieno e sono finito in testa. Ancora una volta senza pressione, le onde erano buone e sono stato davvero bene.

E poi via, verso le Azzorre…
Si, anche in quel caso ho fatto delle scelte giuste con Jake e sono arrivato quinto… Ora sono 29° nella classifica One World e lascio due 0, il che significa che sarà facile migliorare. E’ successo tutto molto in fretta.

Taj si è qualificato nel 1996 e ha scelto di non andare in tour perché non si sentiva pronto a 17 anni. Hai mai pensato qualcosa di simile nel caso dovessi qualificarti?
Io lo farei, andrei subito in tour. Anche se probabilmente non sono pronto al 100%, ci proverei sicuramente. A me basta che ci siano grosse onde e barrel. Se parliamo di Teahupoo, Pipe e Fiji, bisogna solo caricare e entrare nel barrel. Ed è la cosa che so fare meglio. Se riesco a surfare bene tutto l’anno potrei anche riuscire a stare in tour. Kolohe Andino è un buon esempio. Lui si è qualificato e ha subito colto l’opportunità. Ha fatto fatica all’inizio, ma guarda dov’è ora, nella top 10. Finché impari qualcosa, va tutto bene.

 

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Prima dell’evento a Lacanau ti sei fatto un viaggio in Indonesia. Raccontaci qualcosa…
Il viaggio è stato incredibile. Le onde erano ottime. Siamo andati tutti d’accordo. Nessuna premura, bei momenti e grosse onde quasi ogni giorno. Ho chiuso barrels di 3 metri con Sancho, uno dei rider di barrel migliori, e riuscivo a stargli dietro. Questo viaggio mi ha aiutato anche a prendere confidenza per gli eventi successivi. Alla fine ho pensato, perché non dovrei essere in grado di stare al passo con i migliori surfer WQS? Devo solo cercare di mettere un po’ più di grinta nel mio stile, disegnare meglio le curve, surfare più solido. Sono cresciuto abbastanza per esserne in grado. Ne sono uscito molto motivato e, soprattutto, ho realizzato ancora quanto sia bello essere un surfer.

Ci hanno detto che hai distrutto tutte le tavole in quel viaggio…
Si, ho rotto sei tavole e ho dovuto chiederne in prestito qualcuna da Miky Picon, il mio team manager, ahah.

E cosa ha detto il tuo shaper Christiaan Bradley quando ha saputo che hai rotto sei tavole in un solo viaggio?
ahah, ha solamente riso. La copertura era un po’ troppo leggera, per quello si spaccavano come stuzzicadenti. Alla fine sono cose che capitano, ma un po’ mi dispiaceva perché le onde erano davvero buone. Fortunatamente c’era lì Miky e sono finito sulla copertina di Surf Europe con la sua tavola. Quindi… grazie ancora Miky!

 

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Ma quante tavole fai fuori ogni anno?
Rompo un sacco di tavole, tipo 40 o 50. Sono davvero contento di avere il supporto di Bradley Surfboards. Ora uso un modello con Christiaan chiamato The Roman. Scivola davvero bene. Ho lavorato molto con lui su questa forma. E’ importante parlare spesso con il tuo shaper e capire dove si può migliorare.

Il tuo obiettivo per il resto della stagione?
Farò i Carcavelos Prime adesso e poi i World Juniors in Ericeira, i Prime in Brasile e poi verso le Hawaii. I World Huniors sono ovviamente molto importanti, ma ora che ho la possibilità di qualificarmi, perché non provarci…

Ultime considerazioni?
Ringrazio Jake Patterson, non avrei ottenuto gli stessi risultati senza di lui. Ringrazio la mia famiglia e tutto il supporto che mi arriva dall’italia, mi spinge a dare il massimo. Grazie a tutti!

Più info su www.redbull.com

 

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Leo sulla copertina dell’ultimo numero di SurfEurope Magazine

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