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The Light is in You

Un esperimento, un viaggio alla ricerca della luce dentro di noi.

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Yari Cava, surfer e artista, e Gianluca Savi, fotografo, sono i fondatori del progetto The Light is in You, nato già da qualche anno come esperimento artistico e che nell’arco del tempo si è evoluto in un progetto ben definito e strutturato allargatosi oltre i confini del surf in senso stretto fino all’attenzione all’ambiente, e sul suo cammino ha accolto altri membri e appassionati di surf e arte. Ora che il progetto si è concretizzato, e sarà presentato tra pochi giorni con una mostra e un’installazione, abbiamo parlato con i suoi ideatori per capire meglio di cosa si tratta.

 

In cosa consiste esattamente il progetto The Light is in You?

Il progetto si è sviluppato cercando la “luce che è dentro di noi”, quella voglia di scoprire qualcosa di noi e degli altri. Il viaggio, la partenza e il ritorno.  Vecchi amici e amici nuovi… luoghi lontani e vicini, ritrovati e sconosciuti. Il viaggio e la ricerca sono anche orientati alla scoperta della “vera” luce, di luoghi che visitiamo, quella “luce” necessaria per scattare le fotografie che compongono il progetto.

C’era la voglia di far vedere a tutti  un punto di vista del surf dimenticato, il lato Soul. Questa generazione che vive davanti ai social network e ammazza la carta stampata pubblicando foto spazzatura e promovendo nel peggior modo possibile questo stile di vita.

Il surf non è fatto soltanto del surfare l’onda ma racchiude in sé quasi una magia. Il surf ci permette di godere di momenti e di luoghi con i quali altrimenti non entreremo mai così profondamente in contatto.  Abbiamo cercato di unire la passione per il surf all’inclinazione verso la natura e al nostro lato artistico. Così, oltre a raccontare le nostre avventure attraverso fotografie cerchiamo, attraverso le nostre opere, di esprimere lo stesso concetto.

 

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Detto così sembra molto astratto. Concretamente attraverso quali strumenti riuscite a trasmettere la luce dentro di noi? 

Il viaggio in se stesso è un autentica fonte di  arricchimento interiore, certo, ma solo se si aprono abbastanza gli occhi per accogliere senza riserve quello che è in grado di trasmetterti. La “luce dentro di noi” significa proprio questo: aprire gli occhi e il cuore a tutte le nuove possibilità che incontri e/o con cui ti scontri. Ri-sperimentare la fotografia tradizionale ci ha consentito di esprimere in scatti questo flusso di “luce”, di energia.

 

Quando è nato questo progetto/movimento e come l’avete portato avanti in questi anni? 

Non sapremmo datare con precisione l’inizio del nostro progetto, selezionavamo fotografie per un qualcosa… Inizialmente non era una vera e propria idea strutturata.  C’era solo la voglia di partire, condividere, scoprire. Con il tempo abbiamo deciso che dovevamo farci qualcosa, dare un senso al tutto. A quel punto sono arrivate le difficoltà… In questi anni ci siamo impegnati cercando di coordinarci in viaggi e attività che potessero creare un gruppo di lavoro in grado di rendere il progetto sempre più solido e questo ci ha dato la possibilità di arrivare addirittura alla pubblicazione di “ISSUE ONE” e di “FILM EXPERIMENT”, due progetti fotografici.

 

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Dove vi ha portato finora il progetto, in quali luoghi? 

Ci ha condotti a visitare molti paesi del mondo, ognuno con il proprio fascino autentico: Brasile, Hawaii, Irlanda, Canarie, California, Spagna e Italia. In tutte le realtà locali che abbiamo visitato abbiamo cercato di integrarci con il massimo rispetto e  una spiccata curiosità.

 

Chi è coinvolto direttamente nel progetto? 

“The Light Is In You” prende vita da un’idea di Yari Cava, in collaborazione con Gianluca Savi. Il progetto ha coinvolto successivamente anche molte altre persone, surfer  che sia fotografi, accomunate dall’amicizia e dalla passione per il surf. Alcune delle onde surfate e dei viaggi fatti gli abbiamo condivisi con il free surfer Andrea Nacci che sa molto bene cosa significhi viaggiare. In questo ultimo periodo si è avvicinato al progetto anche il giovane e talentuoso Filippo Eschiti. Tommaso Pini si è unito al progetto “The Light Is In You” attraverso una sua  personale iniziativa, “Above the Sea (abovetheseaart.tumblr.com) l’espressione fotografica vista da dietro una Polaroid.

 

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Qualè la vostra idea del surf in generale e in Italia, e come vi proponete di esprimerla?

Il surf ormai è diventato parte integrante della nostra vita. Non crediamo che essere surfista in Italia, ma anche all’estero, si limiti a scivolare solo sulle onde, sarebbe piuttosto limitativo secondo la nostra visione.

Fare surf è legato sicuramente all’Amicizia, con la “A” maiuscola  al rapporto con chi condividi il mare e le onde. L’ambiente è molto importante e per questo abbiamo sposato la mentalità del riciclo. A chi farebbe piacerebbe fare surf tra cumuli di spazzatura o in un mare inquinato? Fare surf è imparare e insegnare rispetto prima di tutto verso il mare e verso gli altri. Non di meno, il surf porta il surfista a spostarsi e  viaggiare, a conoscere nuove culture e realtà diverse dalle nostre.

 

L’attenzione che avete verso l’ambiente e la tematica del riciclo è piuttosto spiccata, come sfocia concretamente questa attenzione all’interno il progetto?

Via via che passano gli anni il “problema ambiente” ci tocca sempre più da vicino. Noi, che amiamo il mare e viaggiare, abbiamo sviluppato una particolare attenzione a riguardo. Da qui l’idea di dare espressione al nostro lato artistico e creativo attraverso opere che comprendono o sono totalmente create con materiali di recupero cercando di sensibilizzare il più possibile e di batterci per la salvaguardia dell’ ambiente.

 

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Ora che avete raggiunto la maturità, come avete deciso di rendere pubblico il progetto?

Abbiamo deciso di fare una presentazione pubblica del lavoro, domenica 16 marzo presso la “Galleria Studio Savi” a Livorno, proponendo una installazione fotografica  e  l’ esposizione di due prodotti, “ISSUE ONE” e “FILM EXPERIMENT”, che  prossimamente  potranno essere acquistati direttamente sul nostro sito: www.thelightisinyou.com

 

Come si svolge la serata? Cosa vedremo/troveremo di interessante?

La “Galleria Studio Savi” è un ambiente all’avanguardia strutturato su due livelli: al piano terra abbiamo organizzato una installazione fotogafica  con più di 100 scatti che esprimono l’anima di “The Light is in You” mentre, al piano superiore, esporremo ogni pagina dalle raccolta fotografica e le originali confezioni che abbiamo usato  per presentare i nostri prodotti.

 

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Avete riposto particolare attenzione nel confezionamento del box, ci puoi illustrare le caratteristiche?

Dal momento che abbiamo il privilegio di vivere in una regione in cui l’artigianato è ancora  una grande risorsa (purtroppo attualmente poco valorizzata), abbiamo deciso  di far confezionare dei box (che conterranno le stampe di “ISSUE ONE”) da un artigiano toscano, il quale ha usato legno italiano proveniente non da deforestazione insieme a scarti di prestigiosa tappezzeria fiorentina. Per raccogliere le postcards di “FILM EXPERIMENT”, invece, è stato realizzata  una pochette ottenuta riutilizzando PVC proveniente da scarti di tendaggi industriali.

Ogni progetto ha dei costi, sopportate tutto con le vostre tasche o c’è qualcuno che vi supporta?  

Siamo supportati da un noto negozio del nostro territorio, “Switch Shop” , e dallo storico brand “Insight”, che ben incarna la nostra filosofia di pensiero. L’evento di domenica 16 Marzo, in particolare, sarà inoltre scandito dalle piacevoli note del prestigioso vino prodotto dalla “Tenuta Ceppaiano”, l’ultima nata della costellazione di storici vigneti della famiglia Castellani. La coltivazione è condotta secondo i criteri della viticoltura biologica integrata moderna, con particolare attenzione per la difesa della biodiversità vegetale e animale (www.ceppaiano.com).

 

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Quale appello invieresti alle varie comunità surf italiane legato ai temi che vi stanno a cuore?

Vorremmo esortare tutte le comunità surfistiche a salvaguardare l’ambiente e a battersi per proteggerlo, portando rispetto verso le comunità meno conosciute. Se avete il privilegio di godere di belle giornate di surf cercate di dare un senso al materiale fotografico che producete attraverso i media di settore. Sebbene l’Italia non sia il posto perfetto in cui praticare il surf, il nostro paese produce alcuni dei migliori prodotti del globo, ha dei  landscapes mozzafiato e soprattutto, con le swell giuste, è in grado di regalarci delle piacevoli sorprese. Rispettiamolo.

Pace e “luce”.

 

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