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Inaugurata la Wave Pool a Milano: Ecco Tutto Quello che Occorre Sapere

Siamo andati all’Idroscalo di Milano per assistere all’inaugurazione della prima Wave Pool italiana e vedere da vicino l’onda che ha spaccato in due la comunità surf scatenando le reazioni dei puristi sui social. E abbiamo colto l’occasione per raccogliere i pareri sinceri di chi l’ha provata…

Lo scorso venerdì 21 giugno presso il Wakeparadise di Milano è stata finalmente inaugurata la prima wave pool italiana, una struttura galleggiante in grado di generare un’onda stazionaria del tutto simile alle onde da fiume, come l’Eisbach di Monaco, ma per sua intrinseca natura ovviamente ben diversa dalle onde del mare, e che proprio per questo ha scatenato i commenti negativi dei puristi.

L’onda della wave pool di Milano è un’onda stazionaria e per questo “non potrà mai essere paragonabile all’esperienza del surf sulle onde del mare”, come ha sottolineato lo stesso Ludovico Vanoli, gestore per park, durante la conferenza stampa di presentazione. Tuttavia quest’onda è, allo stato attuale, uno dei surrogati più vicini a un’onda surfabile che si possa trovare in Italia e quindi siamo andati a Milano per capire se l’onda della discordia possa essere un valido sostitutivo del surf in assenza di onde nel mare.

 

Quirin Rohleder, local di Eisbach, mostra il potenziale dell’onda di Milano

 

Vanoli è ben consapevole del fatto che “nessuna onda artificiale potrà mai offrire le emozioni del mare”, tuttavia “si potrà dare a chi si avvicina al surf l’opportunità di approcciarsi in modo semplice, immediato e sicuro” ha dichiarato davanti alle autorità e ai media presenti all’inaugurazione.

La wave pool può essere modulata per offrire tre tipi di onde diversi, una piccola e facile per i principianti, una media leggermente più verticale per chi ha già un pò più di esperienza, e una più grande e potente fino a un metro e mezzo per i surfisti già esperti.

All’inaugurazione erano presenti diversi surfisti noti nel panorama nazionale oltre a un gruppo di locals dell’Eisbach di Monaco, esperti e abili su questo tipo di onde stazionarie, che hanno fatto una dimostrazione del potenziale dell’onda. Alcuni dei surfisti presenti erano alla loro primissima esperienza su questo tipo di onda artificiale, ognuno con il suo approccio, e ne abbiamo approfittato per sapere da loro cosa ne pensano dell’onda che ha acceso gli animi di molti surfisti italiani.

 

 

Surf o non surf, ecco a voi i pareri onesti e sinceri di chi l’ha provata, per tutti i dettagli tecnici dell’onda vi rimandiamo a fondo articolo dove troverete tutto ma proprio tutto quello che c’è da sapere sull’onda.

 

 

DAVIDE LOPEZ
Forte dei Marmi

“Era la prima volta per me, ho trovato l’onda un po’ strana, ci vuole un po’ di tempo per prenderci la mano ma mi pare un altro sport. L’ho provata troppe poche volte per poter dire se può essere davvero utile per il surf. Per me il bottom turn è molto importante, quando alleno i ragazzi tutto parte dal bottom turn, qui non lo puoi fare, e per me il bottom è dove inizia il surf, dove inizia tutto per impostate manovre ecc..
Non essendoci il bottom turn, bisogna farsi trascinare sulla parte alta della parete, non ho ancora ben capito bene come stare, bisogna provarla tante tante volte, n
on è facile imparare subito.  Però è un ottimo allenamento per le gambe, per la radicalità, ma per me il bottom rimane fondamentale…Di sicuro meglio usare tavole corte.”

 

RUFO BAITA
13 anni, Roma

“Era la prima volta su questo tipo di onda. All’inizio è difficile ma poi è molto divertente, si possono provare manovre come carve e layback, anche ollie. Bisogna provare un po’ di volte, si cade tanto, ma poi si impara abbastanza facilmente.
Rispetto al surf in mare qui l’acqua ti viene contro, è quasi il contrario del surf, però le manovre si fanno allo stesso modo, è un buon allenamento anche per le gambe. Mi sono divertito tanto”

 

Luca Boscarino sfoggia la T-Shirt commemorativa di Aldo Pizzi, uno dei pionieri della scena surf milanese,
che molto probabilmente avrebbe accolto con entusiasmo il progetto di Wakeparadise

 

LEONARDO BOSCARINO TIGRATI
16 anni, Milano

“L’ho trovata utile per imparare a fare i primi movimenti da beginner a intermedio, ma l’ho trovata molto diversa dal surf perchè non puoi fare il bottom turn, è tutto un altro movimento, bisogna stare alti e andare bassi.
Le prime volte cadi spesso, poi inizi a imparare e a fare la prime curve e comincia a divertirti. Prima di venire qui mi ero informato e me l’aspettavo simile, ma l’ho trovata più potente di quanto pensassi.
La tavola ideale è una tavola corta con abbastanza volume, per poter curvare meglio negli spazi stretti ed essere più veloce.
Rispetto al mare è molto diverso, alcuni movimenti sono simili ma poi è diversa l’onda, è diverso il take off perchè parti da in piedi, sei sempre fuori dall’acqua… è ben diverso. 
Sicuramente tornerò.”

 

NICOLA BRESCIANI
Pluricampione italiano, Buggerru

“Prima volta anche per me, inizialmente è stato un po’ traumatico, sembra molto diversa dall’onda in mare, poi più prendi confidenza e più si avvicina all’onda del mare.
Non facendo il take off, inizialmente sei un po’ disorientato, anche sulle curve la sensazione è differente. Sicuramente è un buon allenamento per un discorso di carve, passi molte volte e velocemente dal fronstide al backside quindi è un buon allenamento, ti allena le gambe, fiato, spalle. E’ sicuramente penalizzante se vuoi provare manovre aeree perchè non hai il lip su cui lavorare.
Penso sia molto utile per un beginner o intermedio che deve affinare la tecnica. Per capire se veramente è propedeutica bisognerebbe provare a surfare prima qui e poi in mare per vedere se si nota un miglioramento. La percezione dell’onda qui è totalmente differente perchè la parete non è ripida e quindi non hai il punto di riferimento del lip, quindi inizialmente è difficile anche perchè la percepisci in maniera differente, poi hai poco spazio e devi essere molto veloce.”

 

Ludovico Vanoli si concede un’onda

 

ROBERTO D’AMICO
Pluricampione italiano, Roma

“La prima volta che ho surfato un’onda stazionaria è stato a Monaco sul fiume Eisbach, il feeling è molto simile, questa qui è più semplice e sicura perchè non ci sono rocce o bozzi sull’onda.
La differenza che sento maggiormente rispetto al mare è che non sei tu a creare velocità ma la devi gestire. Le linee sono molto più corte e strette rispetto al mare, sicuramente è divertente, non è il surf vero e proprio però ci si può divertire.
Come allenamento per il surf può essere utile per la parte superiore del corpo, per aprire bene le spalle e guidare con la parte superiore del corpo e fa bene anche alle gambe perchè tonifica. Se sai già andare in mare, con un’oretta di allenamento capisci come muoverti e impari.
Non hai bisogno di tavole troppo lunghe nè che galleggino tanto. Il primo giorno ho usato la Pukas Lazy Link 5’7 x 19 1/2 x 2 1/2 che secondo me era molto adatta ma l’ho rotta e il secondo giorno ho surfato con la Juicy 5.10″

 

Roberto D’Amico, sunset session all’Idroscalo. Foto Simone Giuliana

 

QUIRIN ROHLEDER
Local di Eisbach, Monaco

“L’onda è molto simile ad Eisbach, l’onda di Eisbach è un po’ diversa perchè naturale e ha diverse sezioni, piccole rampe si cui puoi provare air, questa però è sicuramente l’onda artificiale di questo tipo migliore che ho surfato, innanzitutto perchè è molto larga, e mi son piaciute molto le transizioni. Puoi fare bottom turn profondi, inoltre il contorno è fantastico, non sei indoor, è molto bello qui.
Imparare è facile, q
ui non devi remare, non devi fare duck dive, non devi fare take off né leggere l’onda, è molto semplice, diverso dal mare, non segui l’onda come nel mare, non ti muovi in avanti, ma fondamentalmente vai contro l’onda che ti viene contro.
E’ un buon allenamento per il surf, puoi fare bottom turns in back side, non puoi fare top turns ovviamente ma puoi allenarti per i movimenti del corpo che sono molto simili, puoi anche provare tavole diverse…
Forse non è il massimo per chi è già bravo a surfare in mare, ma è una buona soluzione per chi deve imparare, puoi prendere confidenza con la tavola. La tavola ideale è più corta di quella che usi normalmente in mare, io surfo una 6’0 nell’Oceano, qui surfo una 5’6. Non serve una tavola con troppo volume perchè l’onda ha già molta potenza. Dal momento che non farai top turns stretti, è sufficiente un rocker leggero.”

 

AIRTON COZZOLINO
Waterman e pluricampione di kite

“Avevo già surfato un’onda simile in Germania. Si impara in fretta, con un’istruttore che ti da due dritte è molto immediato. E’ diverso dal surf in mare perchè è diversa l’importazione del peso sulla tavola. In mare l’onda ti spinge avanti, questa ti spinge indietro, se provi a scendere giù potente come nel mare ti sputa fuori, però è utile per fare pratica e mantenere il feeling, ti aiuta a stare allenato. Non penso che ti aiuti a migliorare il tuo surf sull’onda normale perchè è completamente diversa, se vedi i surfisti dell’Eisbach sono molto bravi ma poi in mare lo sono molto meno. Però divertentissimo sicuramente.”

 

 

LAURA HAUSTEIN
Local di Eisbach e campionessa di onda stazionaria

L’onda di Eisbach non ha così tanta pressione come questa, ha dei bozzi e dei buchi, mentre questa ha più pressione ed è più pulita, più facile. Nel fiume l’onda ti arriva di fronte, nell’oceano l’onda arriva da dietro, però i movimenti sono molto simili e puoi far pratica per le curvee  il movimento delle braccia.”

 

VALESKA SCHNEIDER
Local di Eisbach, Monaco.

“Ho iniziato a surfare nell’oceano in Australia e Portogallo, ora sono tornato a vivere a Monaco per partecipare a diversi contest di onda stazionaria. E’ difficile dire se preferisco surfare in oceano o nel fiume, sono due sensazioni diverse, l’oceano è meraviglioso, sei in mezzo alla natura, hai diversi tipi di onde, piccole, grosse. Le onde stazionare non sono così grandi ma puoi allenarti e far pratica sulle curve all’infinito, ed è molto divertente.  Un’onda come questa di Milano è più adatta per migliorare il proprio surf perchè è perfetta, nel fiume è diverso e più difficile, perchè l’onda è più imperfetta.”

 

Laura Haustein, dall’Eisbach a Milano, fa vedere come si fa.

 

ALESSANDRO MARCIANO’
Big wave rider, Roma

“Era la prima volta su questo tipo di onda, ero convinto di poter fare un surf normale come in mare, mi sono portato la mia tavola, ma mi sono reso conto che non è come surfare in mare, ci vuole una tecnica diversa. La mia impressione in generale comunque è positiva perchè il vantaggio di quest’onda è di poter entrare con la propria tavola e quando c’è la piatta totale da un po’, come succede in Italia, quest’onda ti può dare quella sensazione vicina al surf.
Può essere un buon training sicuramente a livello delle gambe o di torsione del busto. Rispetto al mare l’onda è statica e quindi la manovra si fa sempre nello stesso punto, però questo ti permette di progredire e perfezionare determinate cose. Il tipo di surf che si fa su quest’onda è rail to rail, passi continuamente da un rail all’altro, non serve la pompata perchè non c’è mai la sezione moscia, è un buon allenamento ma deve essere una cosa mirata. Puoi perfezionare gli snap, i carve, non tanto gli air ma semmai gli ollie, non tanto il bottom turn perchè non lo puoi fare bene su quest’onda, penso che sia utile anche per migliorare lo stile.”

 

Il contest di bomb drop + best trick vinto da Airton Cozzolino con la Sequoia Enzo
al termine di un testa a testa con Roberto D’Amico.

 

 

TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE SULLA WAVE POOL DI MILANO

L’onda di Milano è la più grande di questo tipo al mondo, l’ampiezza dell’onda surfabile è di 10 metri.

Il costo del progetto è di 1,5 milioni di euro.

Eco sostenibile: La struttura è ad energia rinnovabile.

Quindici pompe sparano 22.000 litri di acqua al secondo per generare l’onda con un consumo di 600 Kwh

Dal 22 giugno la wave pool è aperta al pubblico a partire dai 12 anni in su.

Orari di apertura: Weekend dalle 10 alle 20, infrasettimanali dalle 12 alle 20.

Il costo di una session di un’ora con altre 11 persone è di 45€ a persona, è possibile risparmiare acquistando abbonamenti che abbattono il costo orario fino a 39€ all’ora.

Numero di onde surfabili durante una session di un’ora in 12 partecipanti: 10-20 onde.

Si può prenotare la wave pool per uso privato al costo di 420€/ora.

Noleggio tavola: 10€

Costo tessera annuale: 15€

Location: Wakeparadise Milano, presso Idroscalo, Parcheggio Sud, parco dell’Idroscalo, Ingresso Sud, Via Circonvallazione Idroscalo, 20068 Peschiera Borromeo MI

 

Per altri dettagli leggi anche questo articolo.

 

 

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