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DMK Interview

Il loro cortometraggio, Fluendo, ha riscosso il successo del pubblico ed è stato premiato come Best Video Profile agli awards di Surfing Italia. Ecco chi sono i DMK…

Lo scorso autunno un cortometraggio a sfondo surf partito senza grosse pretese, dal titolo Fluendo, ha riscosso un inaspettato successo del pubblico.

Una bella storia, un sapiente montaggio, qualità delle riprese e tanti altri pregi ci hanno incuriosito e siamo andati a conoscere gli autori di Fluendo, noti sotto la sigla DMK.

 

 

Chi sono i DMK?

Lorenzo Marzocca (D), Matteo Bartoli (M), Paolo De Bonis (K).

 

Curiosità: a cosa corrispondono esattamente queste lettere? C’è una logica o sono solo casuali?

Le lettere D M K sono le iniziali del nostro nome (nel caso di Matteo) , o dei nostri soprannomi che ci portiamo dietro dall’adolescenza (Dorox e Kappa)..bei tempi!

 

Da quanto tempo vi occupate di video?

L’idea di poter “lavorare” e mettere insieme le nostre creazioni e i nostri spunti artistici risale veramente a tanto tempo fa.  Il metterci in gioco in questo campo e il cimentarci è stata un’idea quindi nata sotto certi punti di vista in maniera fortuita, ma al tempo stesso anche da una continua ricerca e necessità, forti anche del fatto che crescendo le nostre propensioni artistiche ci hanno portato ad avvicinarci in ambienti simili sia lavorativi che di studi. Dopo iniziali video/sperimentazioni fatte, senza pretesa, come piccoli ricordi di viaggi all’estero, abbiamo deciso di puntare ad un progetto, sfruttando anche la buona qualità e i costi abbordabili delle telecamere consumer che si trovano in commercio attualmente.

 

Da quanti anni surfate?

Da quando abbiamo il permesso di mamma per andare a largo..

 

 

Surfing Italia ha premiato il vostro cortometraggio Fluendo come Best Video Profile, come avete accolto  questo  premio?

Stupore e soddisfazione, anche se non siamo al corrente di quali fossero gli altri video in gara. È stata decisamente una cosa inaspettata, e naturalmente ci ha fatto molto piacere. Eventi del genere sono sempre stimolanti, soprattutto quando si è agli esordi.

 

A giudicare dai commenti del pubblico in occasione della pubblicazione del video su Surfcorner.it, Fluendo è stato accolto molto positivamente, vi aspettavate questa reazione?

Matteo era convinto di un buon riscontro, noi un po’ meno. Quando si è agli inzi è più che mai difficile rendersi conto di cosa si sta davvero costruendo: anche nel suo piccolo, un lavoro come Fluendo è un insieme di idee e scelte personali che solo tramite confronto con il parere altrui ci ha dato la probabile dimensione di quello che avevamo fatto.

 

 

Normalmente i surfisti vogliono vedere l’azione, invece Fluendo focalizza su altri aspetti dell’essere surfista. Perchè avete scelto questo tipo di approccio, da dove avete tratto ispirazione e qual’è il messaggio che volete trasmettere?

L’idea del video è nata all’inizio dell’inverno del 2010…si prospettava tanto tempo libero e allora parlando un po’ è venuta fuori l’idea di Fluendo. La cosa che ci ha spinto maggiormente a farlo è stato l’amore che proviamo per questo sport e le centinaia di video che ci siamo spolpati in questi ultimi 13 anni. Ci ha ispirato anche l’essere italiani, e in particolar modo l’essere un romano che vive la sua romanità. Non fa parte della nostra formazione (e delle nostra cultura) l’eccessiva sfarzosità o l’esagerazione forzata, ma bensì il concetto di Bello, la descrizione del Quotidiano e l’arte dell’Accontentarsi (delle onde…). Quindi si è pensato a Roma, a un modo di poterla collegare con la nostra passione per il mare, unendo il tutto alla strana sensazione che si ha praticando lo sport del surf ma vivendo in un luogo così distaccato dall’usale realtà surfistica mondiale. Fluendo è un po’ tutto questo. Un fluire tra le varie situazioni, tra i vari vicoli che la vita ci mette davanti, un attraversare vie nuove, rimettendosi sempre in gioco, uno scorrere sia controcorrente quando tutto va a corrente e viceversa, ma anche un adattarsi cercando di rimanere sempre a galla.

 

 

Come vedete la scena laziale  e come si sta evolvendo?

Si vedono tante buone iniziative, sia da parte di associazioni e surf club, sia dal punto di vista creativo. Il problema resta sempre che le onde non ci sono (a meno che non si possa vivere senza lavorare e girare costantemente la penisola seguendo le previsioni…), il surf si fa poco e tutto diventa più chiacchiere che altro. Sicuramente una lode va’ all’informazione dell’ambiente, che grazie a voi e ad altri siti di settore sta diventando un meccanismo costantemente aggiornato, utile sia per la conoscenza delle varie news e per i reportage photo/video, che per il “know before you go”.

 

Raccontateci qualche dietro le quinte avvenuto durante le riprese, qualche aneddoto …

Ripensandoci adesso, l’esperienza di filmare un individuo su uno skate, in muta, sudato ( e non proprio rilassato…) con una tavola sotto il braccio nel bel mezzo di Campo de’ Fiori, piazza San Pietro e Colosseo, tra turisti, fedeli e romani doc, è stata memorabile. L’aneddoto più divertente è stato senza dubbio l’appellativo datoci da una fruttivendola di Campo de’ Fiori…”a tre froci! ma n’è che sète daalazzio?”

 

 

E’ stato semplice o complicato filmare in giro per Roma?

Semplice per la conoscenza delle strade e delle zone, e soprattutto per la facilità di trovare begli spunti di ripresa in una città come Roma. Complicato per la comunicazione a distanza, soprattutto nelle riprese dei fiumi.

 

Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del video? 

Dall’ideazione alla prima proiezione il 31 ottobre, sono passati circa 8 mesi. Avevamo bisogno di tempistiche lunghe che ci permettessero di andare avanti anche con i nostri impegni al di fuori del video. Vorremmo cogliere l’occasione per ringraziare il team di Surf in Italy (F.T. Sili, J. Lancioni, N. Astrologo): negli stessi mesi in cui Fluendo veniva ideato e girato, lo stesso stava accadendo per il loro progetto YoYouYouth, ed è stata proprio la loro capacità tecnica e propositiva a spronarci a fare il meglio possibile.

 

Quali ostacoli in particolare avete eventualmente dovuto fronteggiare? Richieste di permessi, polizia ecc…

Per quanto riguarda i permessi, non abbiamo mai chiesto a nessuno… anche perchè, probabilmente, non ci avrebbe dato retta nessuno. Quindi grandi “strip-tease” davanti alla polizia, quando Lorenzo doveva mettersi la muta per strada. Un carabiniere ci ha anche “allontanato” dal Palazzo di Giustizia di Roma, il famoso “Palazzaccio” (si vede al minuto 4.16 del video). Purtroppo come tutti sappiamo, per la polizia spesso chi fa skate è un teppista.

 

State lavorando a qualche nuovo video o progetto?

Abbiamo diverse idee in cantiere che richiederebbero anche un salto di qualità ed una miglioria tecnica. Noi ci stiamo dando da fare per migliorare le nostre capacità, per il discorso tecnico purtroppo autofinanziandoci siamo un pò limitati. Questo non toglie il fatto che le idee siano più forti dei mezzi e quindi cercheremo di portare avanti i progetti che più c’interesseranno. Nel frattempo stiamo lavorando a un reportage su un surf-trip di un mese in Sri Lanka, e anche un video sulle giornate di surf dello scorso memorabile autunno.

 

 

Quali registi surf (e non) rappresentano la vostra fonte di ispirazione?

Taylor Steele, Rick Rifici, Riley Blackway e Kai Neville ispirano sicuramente il nostro modo di concepire il “surf video”. Fuori dall’ambito del surf, l’ispirazione viene più da come è reso un concetto in una determinata situazione piuttosto che da uno stile preferito in assoluto. Le idee supportate dalla giusta immagine sono fondamentali e da buoni amanti del genere ci cibiamo continuamente da tutto ciò che è visivo e ben espresso.

 

Quali film di surf consigliereste?

Lost Across America, Secret Machine, Stranger Than Fiction, Sippin Jetstream, Single Fin: Yellow,  Endless Summer II, Chasing the Lotus, Mercoledì da Leoni.

 

Quale potrebbe essere un vostro progetto futuro o ideale, se aveste le possibilità per realizzarlo?

Avere a disposizione attrezzatura e riders di altissimo livello, e biglietti aereo free aprirebbe ovviamente tantissime porte. Senza dubbio qualcosa che ci permetterebbe di viaggiare il più possibile, ma anche portare il surf ad un livello creativo e visivo superiore.

 

Guarda FLUENDO sul Vimeo di DMK

2 thoughts on “DMK Interview

  1. Ale Reply

    Complimenti davvero ben fatto! Non l’avevo ancora visto ma mi sembra uno dei migliori video italiani in circolazione.

  2. Marco Reply

    Saggie parole…. in Italia si surfa poco a meno che si possa vivere senza lavorare e girare costantemente la penisola inseguendo le perturbazioni … ci vuole tanta tanta passione e pazienza!

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