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Back To The Roots
Duct Tape Invitational

Lo scorso week end si è concluso il Duct Tape Invitational, un ritrovo più che un contest dei migliori longboarders al mondo per ritornare alle origini.

 

Alex Knost ha comunque vinto il contest

 

Il Duct Tape Invitational è un contest ideato da Joel Tudor, da cui prende anche il nome, e da Vans, con lo scopo di riunire i migliori rider di long al mondo per un paio di giorni di pura atmosfera glide.

E’ si anche un contest, ed è stato vinto da Al Knost, ma quello che è importante è la filosofia dell’evento, che è quella di dare agli appassionati, rider e pubblico, la possibilità di tornare al vecchio spirito di una volta e all’antica gloria del longboard degli anni d’oro, in un’epoca in cui il surf è tutta progressione ed enfasi.

 

Christian Wach

 

Non che non si sia visto un surf progressivo durante il Duct Tape, anzi! I rider che vi hanno preso parte su invito erano alcuni dei più progressivi e indiavolati nel long: Chris del Moro, Alex Knost, Dane Peterson, Christian Wach, Robbie Kegel, CJ Nelson, Mikey de Temple, addirittura “Ratboy” Collins!

Joel ha imposto alcune regole per questo contest per rinsaldare il ritorno ai giorni gloriosi del long: solo single fins, minimo 9 piedi. In aggiunta, regole non scritte, niente leash e niente chiamate d’interferenza.

Tudor non è l’unico a pensare che gli anni 60 non sono finiti.

Bing Copeland, di Bing Surfboards dal 1959, ha dichiarato che “Era un bel periodo, c’erano molti più surfisti e non non c’erano shortboarders. Non c’erano surf reports, nè cellulari o internet, niente leash, solo vecchie tavole in balsa all’inizio, tutte single fins.”

 

Joel Tudor e Alex Knost

 

Tudor ha ispirato molti giovani a intraprendere una carriera nel long invece che nello short. “Joel è stato praticamente il primo a farlo” ha detto Chris del Moro, team rider Bing, 27 anni, “il suo talento smisurato ha catturato l’attenzione dei ragazzi più giovani”.

Scegliere la strada meno battuta significava meno soldi dagli sponsor e meno copertura dei media. Con la loro identità ben definita però, i longboarder hanno sviluppato una loro propria controcultura fino a definire il longboard moderno e progressivo di adesso.

“C’è tutto un movimento di musica, arte e moda intorno a questo” ha detto il contest director Greg Cruse, “Una sorta di underground, e Joel Tudor ne è il leader”.

 

 

 

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