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Surf e ambiente: nicola bresciani itvw su you4planet

La diffusione di una nuova coscienza ambientale passa anche attraverso lo sport. In particolare, in America, negli ultimi anni, si sta imponendo un originale binomio tra surf e ambiente. La conferma arriva ad esempio dalla Rip Curl, storica marca di abbigliamento e attrezzature per gli sport acquatici, che ha dato vita ad una fondazione (chiamata per l’appunto Rip Curl Foundation) che si preoccupa della protezione delle coste oceaniche e affronta quotidianamente attraverso un blog il rapporto fra sport e salvaguardia dell’ambiente, ad Eco Surf Volunteers, associazione sudamericana che organizza viaggi di volontariato ambientale e umanitario uniti a tornei di surf sulle coste ecuadoriane.
E in Italia? Abbiamo chiesto un’opinione a Nicola Bresciani, la punta di diamante del surf italiano. Laureatosi più volte Campione Nazionale e seguito da una fila di sponsor che nessun altro surfer italiano può vantare, oggi Bresciani sta scoprendo una nuova consapevolezza attraverso il surf. Non solo un ritorno alle radici dello sport che pratica, ma anche una maggiore coscienza per chi come lui ha un contatto stretto con la natura, con un messaggio preciso lanciato ai più giovani: fare tutto il possibile per diffondere la cura e il rispetto nei confronti dell’ambiente. La redazione di You4planet lo ha incontrato recentemente per rivolgergli alcune domande, ecco com’è andata.

Sono molti anni che fai surf. Come hai iniziato? 
Alla non giovanissima età di 14 anni. Mi sono avvicinato a questo sport in maniera molto particolare: molti dei ragazzini che si avvicinano ora a questo sport lo fanno nel periodo estivo, quando l’acqua del mare è più calda e le giornate vengono trascorse in spiaggia. Io invece, non essendo un ragazzino “normale”, ho avuto la mia prima esperienza con il surf in un freddo inverno, senza un motivo preciso, tranne una fortissima voglia di provare a surfare, che non riuscivo a trattenere! Mi sono buttato in acqua con un carissimo amico, con una vecchia tavola e una muta a dir poco ingombrante e da lì tutto è iniziato!

Decisamente un inizio particolare. E oggi? C’è un luogo in particolare dove preferisci surfare? 
Adoro surfare nella mia carissima Toscana, dove il contrasto tra la spiaggia davanti a te e le montagne alle tue spalle crea un ambiente assolutamente unico nel suo genere! Immagina di stare in mare in mezzo alle onde e vedere montagne verdi talmente vicine che sembra quasi di poterle toccare.

Non ci credo che pensi solo alla Toscana: a parte casa tua, quali sono gli spot migliori in Italia? Sicuramente, per quanto riguarda l’Italia, la Sardegna è la vera e propria “California italiana”: tra onde fantastiche e location incredibili ci si sente davvero a 10000 chilometri da casa!

E nel mondo? 
A livello mondiale direi le Hawaii, uno dei pochi posti in cui si respira veramente la cultura del surf.

A proposito della cultura del surf, noti delle differenze tra l’Italia e l’estero: per dire, con l’America? 
Mah, più che altro direi che l’unica differenza che c’è tra l’Italia e l’estero è che noi purtroppo non abbiamo le onde tutti i giorni… Per il resto forse siamo addirittura più affiatati e convinti rispetto ai nostri cugini d’oltreoceano!

In Italia il surf è visto dai non appassionati semplicemente come uno sport, senza che se ne comprenda il valore aggregativo e la capacità di veicolare messaggi positivi: ad esempio di rispetto, di fratellanza, ma anche di sana competizione e agonismo. Al contrario ci racconti di una comunità molto unita. In quali valori vi riconoscete? 
La comunità surfistica Italiana è sicuramente una delle più affiatate al mondo perché, per nostra sfortuna, non abbiamo onde sempre. Aspettare le onde è una sensazione forte che spesso può snervare, ma è lì che la vera passione salta fuori. Una delle cose in assoluto più esaltanti è trovarsi in mezzo a medici, avvocati, imprenditori con la passione del surf che scappano dall’ufficio per poter surfare la piccola mareggiata che coglie all’improvviso le nostre coste… è fantastico! La vera passione per questo sport può far fare cose assurde!

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