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Nuovi studi sugli attacchi squalo

Secondo recenti studi condotti in Florida l’aumento degli attacchi da parte di squali, che recentemente ha registrato un incremento notevole, sarebbe dovuto o quantomeno favorito da una cattiva gestione e mantenimento delle spiagge. Ciò infatti comporterebbe un aumento della sporcizia delle acque costiere che diventerebbero così sempre più torbide.
E’ quanto emerge da una relazione di George Burgess, direttore del programma di ricerca sugli squali dell’Università della Florida e amministratore dell’archivio internazionale attacchi squalo.
Afferma infatti Burgess che le acque torbide riducono l’abilità visiva dello squalo nel confermare visivamente l’identità della preda inducendolo ad un errore d’identità. Per questo motivo la maggior parte degli ultimi attacchi è consistito in un “mordi e fuggi”, proprio per il fatto che gli squali più piccoli (più piccoli di due metri), dediti alla caccia dei pesci piccoli, se ne vanno non appena si accorgono dell’errore.
Di questa situazione ovviamente beneficiano anche gli squali di dimensioni maggiori, come gli squali toro e tigre, che rappresentano una maggiore preoccupazione. Più del 75% degli attacchi in Florida infatti è avvenuto in acque torbide e questo è un denominatore comune anche nelle altre parti del mondo

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