che botta

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che botta

Messaggioda MIKE » ven apr 20, 2018 5:40 pm

La racconto perché è andata bene e devo ancora metabolizzare la cosa. Per lavoro sono riuscito ad allungare di qualche giorno un tanto atteso soggiorno in California, dove ero già stato nel 2012. Al tempo avevo potuto surfare un giorno soltanto a San Onofre, onda lunga e morbida di altri tempi, come di altri tempi sembra essere la varietà delle persone che lo frequentano, con sessantenni dalle chiome argentate e grommets alti mezzo barattolo partire tranquillamente sulla stessa onda - un panorama molto diverso da quello che si respira a giusto pochi km più a nord a Trestles dove l’onda e la competizione in acqua è ben più selettiva.

A questo giro non ci sono tornato. Da San Francisco mi sono affacciato a Steamer Lane: faceva piccolo ma è sempre di grande impatto, incorniciato da una scogliera che sembra messa lì apposta. Era una domenica (mai visto tanto affollamento in mare) ma ho proseguito verso la zona di San Diego, dove sono rimasto quasi una settimana e uscito 4 volte, tutte a Pacific Beach - sui picchi esposti tra il pier e Tourmaline. Lo spot non mi è piaciuto dal primo momento. Non ho trovato ottime condizioni del resto: onde comprese tra altezza vita e altezza spalla con alcuni set più grossi a sparigliare ogni tanto la line up, ma di buona qualità solo al primo mattino e poi presto rovinate da forte vento onshore. Per me che vado con il long poi non è certo un’onda accogliente, perché ripida al lato del pontile e molto spesso tendente al close out. Da altre parti in prossimità di San Diego però non andava meglio e di necessità ho fatto virtù. Sono entrato ogni volta che potevo: la prima con un 9 piedi performer poco adatto alla misura, poi con un McTavish 7.6 ben più maneggevole e infine nuovamente con lo stesso long.

Anche se dopo qualche anno so stare in mare senza troppi problemi mi considero ancora un principiante e sono perciò uscito sempre con la massima cautela, cercando di leggere bene i set e non partire su un tritatutto. Nel complesso l’esperienza è stata però difficile e mi ha molto ridimensionato. Un giorno in cui il mare era piuttosto incazzato e irregolare, anche solo mantenere la line up tra forti correnti e set poco prevedibili mi ha messo duramente alla prova. Per due ore ho remato in continuazione senza riuscire a prendere un’onda degna di nota. Vedevo anche altri in difficoltà, ma sono tornato incazzato con me stesso per non aver osato a sufficienza su alcune onde importanti lasciate andare - della serie go big or go home e io sono andato a casa. Questa sensazione mi ha portato a commettere un errore di valutazione...

L’ultimo giorno sembrava molto più agevole dei precedenti e in effetti sia la misura minore che il vento assente erano ideali per riprovare con il long. Esco a Tourmaline, mi diverto molto di più di quanto avevo fatto sino ad allora, tra l’altro trovandomi in mare insieme a diversi delfini impegnati in una battuta di caccia vicino riva. Insomma, giornata ideale. Preso coraggio mi sposto vicino al pontile dove di tanto in tanto alcuni set rompevano più lontano dalla line up principale. Con la short da lì non si parte facile, ma con il long riesco a costruirmi una corsa piuttosto lunga che termina con una sezione ripida a metà del pontile. Presa fiducia e con l’adrenalina a mille mi finisco le braccia, ne prendo diverse e decido infine per l’ultima onda della giornata, infilandomi in un chiusone tremendo che mi sfascia la schiena contro il fondale. Colpo secco e dolore atroce, tanto da riuscire a fatica ad arrivare a riva. Sono seguiti due giorni di ospedale, una paura fottuta, un volo rimandato e una settimana di degenza bloccato a letto ma per fortuna nessuna conseguenza grave.

Ovviamente mi sono maledetto in ogni modo possibile per aver rischiato inutilmente ma non posso fare a meno di pensare che spesso mi sono trovato in situazioni più impegnative di questa e dalle tante lavatrici fatte sono sempre uscito non solo senza un graffio ma anche senza la percezione di aver corso un rischio elevato. Ci fosse stato un sasso sul fondale nella migliore delle ipotesi oggi mi troverei con una frattura spinale… Insomma questa esperienza oceanica mi lascia con diversi acciacchi e altrettanti dubbi. Devo pensare che sia stato un incidente, per definizione imponderabile e che può succedere a chiunque, o è la prova che non sono ancora pronto?
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Re: che botta

Messaggioda dottor_Sax » ven apr 20, 2018 7:48 pm

Secondo me ogni tanto bisogna pagare un obolo a nettuno. E' una questione di karma.
Quando non prendo un serio frullone per tanto tempo mi preoccupo.

Poi si sa, piu' si è stanchi e piu' è facile fare errori di valutazione.
Is not important if you ride a wave of 50 cm, and I ride a wave of 3 mt.
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Re: che botta

Messaggioda bombolo » ven apr 20, 2018 7:54 pm

Quando ti dici: "l'ultima ed esco", esci a braccia.
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Re: che botta

Messaggioda Fleur » lun apr 23, 2018 10:30 am

capita.....
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Re: che botta

Messaggioda GIAMPI » lun apr 23, 2018 10:40 am

Proprio la stanchezza o la troppa sicurezza che spesso ti fregano, come pure la relativa conoscenza di uno spot.
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Re: che botta

Messaggioda MIKE » lun apr 23, 2018 3:47 pm

sì, la stanchezza ha senz'altro influito sull'esito, anche perché con l'onda che chiudeva addosso mi sono lasciato andare a peso morto contro la parete senza opporre resistenza. Magari non avrebbe cambiato nulla ma restando "tonico" forse non sarei arrivato sul fondo con la stessa forza.

Comunque non so immaginare come possa essere un wipeout su onde di una certa misura... e soprattutto come i professionisti riescano a uscirne nella maggioranza dei casi piuttosto bene, anche su basso fondale e roccia.
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Re: che botta

Messaggioda tox82 » lun apr 23, 2018 4:14 pm

MIKE ha scritto:Comunque non so immaginare come possa essere un wipeout su onde di una certa misura... e soprattutto come i professionisti riescano a uscirne nella maggioranza dei casi piuttosto bene, anche su basso fondale e roccia.

Ecco questa cosa mi lascia allibito.

Eppure qualche segreto deve esserci, altrimenti non mi spiego come facciano "quelli bravi" a surfare in posti come Pipeline o Teahupoo con onde grosse e potenti, senza restarci secchi ad ogni caduta...
https://www.youtube.com/watch?v=8ganwHLOcbo
https://www.youtube.com/watch?v=2bcZz9KOzBw
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Re: che botta

Messaggioda MIKE » lun apr 23, 2018 6:21 pm

Avevo in mente proprio Pipeline :zot:
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Re: che botta

Messaggioda AnziaNO » mar apr 24, 2018 9:42 am

se ci penso l'ultima uscita che ho fatto per poco non tornavo a casa con un occhio solo...
e non ero a pipeline
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Re: che botta

Messaggioda captainkook » mar apr 24, 2018 11:16 am

E io che pensavo facesse parte del pacchetto, che stolto.
Mi state dicendo che non considerate surfare come un esperienza che insegna, che impartisce lezioni e che a volte hanno un costo e che si impara molto?
In fondosi sta in acqua, in mare e le forze in gioco vanno ben al di la del nostro controllo. Non e' anche questo a renderlo cosi affascinante?
A voi non e' mai successo di entrare in acqua pensando forse non dovrei oggi ma di decidere di farlo...?
O di stare in acqua senza prendere un onda ma solo evitando di prenderle? O magari di prendere una botta, leggermente oltre quello che si pensava di poter prendere e scoprire tutto ad un tratto che e' un gioco si ma anche no insomma?
Non vi e' mai successo?
Non avete mai pensato, ecco facevo meglio a stare a casa oggi? Non avete mai sentito il fiato mancare mentre cercate di uscire dalle schiume e un altro set vi arriva in testa, e chiedervi quanti ancora? Bastano 2, 3 ,4,5 feet, ognuno hai i suoi confini e la sua pipeline no?
Io ho tirato il fiato nelle schiume che ora mi fanno sorridere, girato la tavola e camminato verso riva a testa bassa, fa male anche quello in fondo. Un paio di cricche serie le ho prese, fino ad ora niente di grave, al massimo sono rimbalzato sull'acqua con la schiena o sono finito sotto un po troppo, ma se non si impara anche a stare in acqua non si sta surfando. Se volete fare curve con la tavola, skate e snow sono perfetti.
Humbling experience. Bellissima frase...
Here for the fucks, because usually zero are given.
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Re: che botta

Messaggioda captainkook » mar apr 24, 2018 11:19 am

Fleur ha scritto:capita.....


ecco.
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Re: che botta

Messaggioda tox82 » mar apr 24, 2018 11:42 am

captainkook ha scritto:...
Se volete fare curve con la tavola, skate e snow sono perfetti.
...

Taglio perché è lungo, ma sono d'accordo su tutto. Solo, per il mio livello pensare a chi surfa con relativa tranquillità posti del genere me li fa vedere come dei marziani che fanno cose che io umano non posso neanche immaginare. Questione di esperienza, fisicità, di conoscenza delle proprie capacità eccetera, probabilmente. I propri limiti si raggiungono e si superano un passettino alla volta e prima o poi si arriva a livelli che in passato si consideravano impossibili.


... e comunque, in snow (in cui sono bravino) ho preso delle botte che col surf credo che mi ci vorrà ancora qualche anno anche solo per mettermi in situazioni paragonabili dal punto di vista del rischio potenziale :-D
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Re: che botta

Messaggioda bombolo » mar apr 24, 2018 12:26 pm

captainkook ha scritto:E io che pensavo facesse parte del pacchetto, che stolto.
Mi state dicendo che non considerate surfare come un esperienza che insegna, che impartisce lezioni e che a volte hanno un costo e che si impara molto?
In fondosi sta in acqua, in mare e le forze in gioco vanno ben al di la del nostro controllo. Non e' anche questo a renderlo cosi affascinante?
A voi non e' mai successo di entrare in acqua pensando forse non dovrei oggi ma di decidere di farlo...?
O di stare in acqua senza prendere un onda ma solo evitando di prenderle? O magari di prendere una botta, leggermente oltre quello che si pensava di poter prendere e scoprire tutto ad un tratto che e' un gioco si ma anche no insomma?
Non vi e' mai successo?
Non avete mai pensato, ecco facevo meglio a stare a casa oggi? Non avete mai sentito il fiato mancare mentre cercate di uscire dalle schiume e un altro set vi arriva in testa, e chiedervi quanti ancora? Bastano 2, 3 ,4,5 feet, ognuno hai i suoi confini e la sua pipeline no?
Io ho tirato il fiato nelle schiume che ora mi fanno sorridere, girato la tavola e camminato verso riva a testa bassa, fa male anche quello in fondo. Un paio di cricche serie le ho prese, fino ad ora niente di grave, al massimo sono rimbalzato sull'acqua con la schiena o sono finito sotto un po troppo, ma se non si impara anche a stare in acqua non si sta surfando. Se volete fare curve con la tavola, skate e snow sono perfetti.
Humbling experience. Bellissima frase...


È proprio così
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Re: che botta

Messaggioda Ghost Trees » mar apr 24, 2018 1:21 pm

Brutta esperienza cavolo, statisticamente ci si fa più male in situazioni che reputiamo "tranquille".
Dopotutto lo diceva in un'intervista lo stesso Florence, nato e cresciuto dentro i tubi di pipeline, che anche se la si conosce alla perfezione non si deve mai abbassare la guardia in quell'onda.
Fateci caso, sono pochi quelli che cadono proprio durante il take off a pipeline, cioè dove l'acqua è più bassa, e quando succede si fanno male quasi sempre. Fa parte del gioco a quei livelli.
Riguardo i wipeout a teahupoo, quando l'onda è enorme il surfista viaggia insieme a talmente tanta acqua che in qualche modo evita il contatto diretto col fondale, altrimenti non si spiega come facciano a sopravvivere: https://www.youtube.com/watch?v=WJuE8nQtv1w . Infatti quando l'onda è piccola è paradossalmente più pericoloso, vi ricordate quella che s'è spaccata la faccia?

Per il resto, l'unica cosa da fare se si mette male è avere quella prontezza di riflessi da riuscire ad infilzarsi nell'onda prima che chiuda, altrimenti coprirsi la testa e pregare. Che poi cadere dentro un tubo anche senza sbattere sul fondale non è mai piacevole, essendo il punto dell'onda con maggior energia. :zot:
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Re: che botta

Messaggioda camilla » mar apr 24, 2018 3:10 pm

Io penso che ognuno di noi conosca i propri limiti e cercare di superarli fa parte della nostra natura
Da tenere presente che ci sono rischi come in tutti gli sport.
In acqua in Francia ho aiutato un ragazzo ad uscire dall’acqua con un braccio lussato a causa di un longboard un po’ troppo ribelle…
Sempre per errore umano mark foo nel 1994 a mavericks ci lascia le penne e la lista di decessi o contusi è lunga: guardate solo Fioravanti il campione italiano che in gara alle Hawaii ha avuto un grave infortunio alla schiena.
Un mio modesto parere il mediterraneo è una piscina a confronto degli oceani.
Se uno deve fare della palestra o deve osare è meglio farlo in casa, perché reef o conformazioni rocciose non perdonano.
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