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Alessandro Piu

Quattro chiacchiere con il neo campione italiano, il sardo Alessandro Piu.

Con la finale di Banzai, Alessandro Piu ha portato a casa il tanto agognato titolo di campione italiano, giusto in tempo per andare sotto i ferri a sistemare il menisco che si trascinava dietro malandato da qualche mese… Visto che in questo momento Ale è in convalescenza, l’abbiamo raggiunto in Sardegna per fare due chiacchiere.

 

Alessandro portato in trionfo dagli amici al Lightning Bolt in Sardegna

 

Innanzitutto congratulazioni per il titolo Ale, che sapore ha il primo titolo di Campione Italiano?

Soddisfazione, la prima parola che mi viene in mente.  Lo scorso anno purtroppo presi delle penalita’ che mi compromisero la classifica ma quest’anno sono stato piu’ attento usando molto la testa, rimanendo calmo e concentrato in ogni situazione, come ad esempio in due 2 finali dove suonarono la sirena di inizio mentre ancora stavo salendo sulla line up.  Diciamo che le cose facili non mi piacciono ahah..

Per quanto tempo hai inseguito e desiderato questo titolo? 

A 18 anni SurfingItalia mi ha dato una wild card quindi il permesso di entrare nel campionato top 44 con un anno in anticipo, dopo aver vinto per il secondo anno consecutivo il titolo Junior U18. Sino allo scorso anno non  ho mai preso seriamente parte al campionato, ho preferito concentrarmi su altro riguardo il mio surf… ho preferito migliorare stando il piu’ possibile fuori. Due anni fa il mio allenatore, i miei genitori e alcuni amici stretti hanno cominciato a spronarmi e a dirmi: Ale fai il campionato per vincerlo e portati a casa il titolo, è una cosa importante. E’ per questo che il risultato ottenuto lo voglio dedicare a loro.
E ora che l’hai ottenuto…?

Mi sento rilassato e soddisfatto. In Sardegna la gente ne è fiera e questo mi gratifica, erano piu’ di 20 anni che mancava il titolo in casa .


Il fresco abbraccio della Sardegna. Foto Luigi Corda

 

Vincere il titolo al termine di un campionato “problematico” come quello di quest’anno, secondo te ha meno o uguale valore?

Fare poche tappe è una cosa rischiosa per noi atleti, perche’ se te ne va male una hai perso la possibilita’ di vincerlo. Sarebbe bello invece se raddoppiassero i montepremi!

Fuori dall’Italia hai partecipato a molte gare ASP, cos’hai imparato da esse e come hai applicato quello che hai appreso alle gare italiane?

L’ASP  è la scuola, ho iniziato con le prime gare pro junior a 17 anni con Arnaud Bouteiller in Spagna e ora guardandomi indietro posso vedere tutta la strada che ho fatto. Ai tempi non eravamo nessuno eravamo i soliti italiani che si fanno il giretto a prendere schiaffi, piano piano siamo riusciti a diventare anche noi “pericolosi “ in una heat . Quando torno e faccio le gare in italia surfo rilassato e ovviamente rendo anche il doppio. Sto cercando quella sensazione anche nelle gare fuori  importanti, per me è una questione mentale.


In finale a Banzai, D’Amico è uscito prematuramente, quando tutti si aspettavano un duello in finale tra voi due…

Beh si, credo sia stato un problema suo di tensione. In testa avevo già in mente di dover disputare la finale con lui, e la cosa mi divertiva! una volta che Roby e’ stato eliminato ai quarti sono rimasto un pò spiazzato e ho subito fatto un autotraining  prima della semifinale per non perdere la concentrazione, volevo vincere e basta, volevo il massimo dei punti nel ranking.

Tu e Roby siete molto amici, ma allo stesso tempo anche in un certo senso rivali, dal momento che vi spartire le prime posizioni della classifica. Com’è il tuo rapporto con D’Amico?

Io roby lo conosco da davvero tanto ormai… In gara ci conosciamo molto bene e siamo due persone che amano l’adrenalina della competizione. Quest’anno non abbiamo avuto molte occasioni di divertirci assieme. Quando io e lui ci troviamo nella stessa heat, facciamo sempre divertire il pubblico. Amici e rivali allo stesso tempo? Una fortuna.


Piu al Quemao, Lanzarote. Foto Paolo Rossi

 

Da quasi un anno stai lavorando a un tuo progetto personale di video dove sarai il protagonista, puoi rivelarci qualche dettaglio in più?

E’ una cosa bellissima creare un video del genere, devi mettere insieme un sacco di pezzi , mettere d’accordo le persone, gli sponsors, devi far lavorare la parte artistica della tua mente,  devi metterci passione. Come ho già detto il video non e’ il mio video profile, ma il rapporto che si e’ creato tra un rider e la natura circostante, una serie di emozioni e sensazioni messe alla luce. Oltretutto sto lavorando con professionisti come Matteo Baldini (il mio cameramen principale) e con Luigi Corda che reputo uno dei fotografi piu’ forti con cui abbia mai lavorato. I prossimi mesi so già che saranno molto impegnativi.

Sarai il protagonista unico oppure sarai affiancato da altri rider?

Nelle scene di surf ci sara’ la mia figura , in una forma un po astratta….

In quali location avete girato le riprese e come procederete per arrivare al compimento del video?

Abbiamo gia’ girato molto nella nostra isola, ma non ci accontentiamo, saranno presenti onde delle Hawaii , indonesia oltre che della nostra Italia… Di spot ce ne saranno tanti, piu’ o meno conosciuti ma non ci sara’ nessun riferimento al luogo esatto.


L’allenamento è fondamentale per ottenere le massime prestazione e Ale non lo trascura. Foto Simone Langiu

 

Sei riuscito a laurearti campione italiano appena in tempo, prima di non poter più rimandare l’operazione al menisco, che già era malandato… 

Che storiaccia… era Aprile dello scorso anno ed ero alla Quiksilver house di Hossegor  in Francia per un allenamento col team di una settimana. Avvertivo già dai primi giorni un fastidio al piede destro e quindi evidententemente correndo storto ho fatto troppa pressione sulla gamba e qualche giorno dopo mentre surfavo ho fatto una manovra in chiusura dell’onda e ho sentito un Cracccc.. si era staccata una scheggia dal menisco … Essendo troppo tardi per un intervento, perché la stagione era appena iniziata, ho deciso di continuare l’anno infortunato. Non sto a dirti quanti Oki e antidolorifici vari ho preso in 9 mesi … ma alla fine ho fatto dei buonissimi risultati anche cosi’ e non vedo l’ora di potermi scatenare il prossimo anno.

Quanto tempo dovrai rimanere fermo e quando prevedi di tornare in acqua?

Dalle 3 alle 4 settimane, sono gia’ alla seconda e ormai le stampelle non mi servono piu’. Il 29 dicembre avro’ la visita di controllo e chissa’ magari mi dicono che è tutto ok e che potro’ gia entrare in acqua! Perché non posso più di stare fermo, e’ snervante. Comunque alle brutte saro’ in mare per meta’ gennaio. No way..ahaha

 

Alessandro sull’ultima onda in finale a Banzai, prima di conquistare il titolo di campione italiano.

 

Appena ti rimetterai in sesto, quali sono i tuoi progetti?

Spingere nel Wqs , filmare in giro per il mondo il piu’ possibile , mettermi in gioco come sempre  e prendere bombe.

 

Un bel quadretto. Vai con i ringraziamenti… 

Voglio ringraziare La mia famiglia , mamma papa , i nonni , la mia zietta Carla.. per tutta la carica  e l’amore che mi hanno sempre dato… Il mio allenatore Alberto Del Piano , a cui devo tanto e che sa consigliarmi sempre , nel surf e nella vita.. Ai miei amici piu’ stretti con cui litigo e faccio pace , come fanno i bambini… tutto lo staff del mio video . Ai miei compagni di pesca! Ai miei sponsors  che giorno dopo giorno credono sempre di piu’ in me. A una certa Erika che una sera mi ha detto di impegnarmi e di crederci ora in quello che faccio, senza rimandare al domani.  Voglio infine ringraziare la mia bella Sardegna per tutte le onde e le session che mi offre, senza di lei non avrei fatto niente di tutto cio’.

 

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