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Interviste: Marco Pistidda

Surfcorner.it – Marco Pistidda è tornato da poco dal suo primo mondiale in Portogallo. Antonio Muglia, amico di lunga data di Marco, lo ha intervistato per noi. Intervista a Marco Pistidda di Antonio Muglia I primi giorni di ottobre di quest’anno i locals di Porto Ferro li ricordano per due motivi: la lunga piatta e la frenesia di Marco Pistidda. Il ventiseienne atleta sassarese lo si poteva vedere correre avanti e indietro per la spiaggia e remare come un matto per tutta la baia per prepararsi all’avventura con la nazionale di surf. Dopo innumerevoli visite ai siti di previsioni meteo, ed altrettante chiamate per verificare le condizioni del mare, costantemente piatto, Marco ha preso il volo verso il suo mondiale ed è tornato vincitore. Non con una coppa in mano, ma con un sogno diventato realtà.   Alla fine il cassetto si è aperto ed il tuo sogno si è realizzato. Marco, raccontaci come è nata la tua convocazione in nazionale. E’ iniziato tutto con una telefonata inaspettata. Alcuni tecnici della Fisurf mi avevano osservato durante i campionati italiani ed in free surf, decidendo così che avrei potuto dare il mio contributo in Nazionale ai Mondiali ISA in Portogallo. Dopo aver parlato con Federico Zaltron e, in seguito, con il Presidente Maurizio Spinas, capii che il mio sogno stava per concretizzarsi. In Portogallo hai stupito tutti per il tuo surf radicale. E’ stato duro confrontarsi con i vertici del longboard mondiale? In un primo momento, vedendo i loro nomi scritti sul tabellone, mi sono messo a ridere. Ridevo perché la maggior parte degli atleti presenti sono gli stessi che seguo e dai quali cerco di apprendere sempre qualcosa di nuovo. Al tempo stesso però l’emozione mi è servita per dare il massimo durante la competizione. Nelle prime due batterie del main event non hai surfato come al solito e si notava lo stress. Hai rimpianti per non aver passato anche il secondo round? Ovviamente si!Ne ho sempre tanti perché vorrei sempre esprimermi al 100%. Purtroppo lo stress, la stanchezza e l’inesperienza in una competizione di questo livello hanno giocato un brutto scherzo. Senza contare il fatto, ovviamente, che nella mia batteria c’era Phil Rayzman e Miguel Ruivo. Sarebbe stato comunque molto difficile levare la leadership a questi due!Alla seconda batteria dei ripescaggi invece hai subito la pressione dell’atleta peruviano e tutti ti hanno visto parecchio arrabbiato… Si…purtroppo! Sono andato su tutte le furie quando ho capito della mia interferenza. La sua continua pressione mi ha fatto innervosire distogliendomi completamente dalla gara. E’ stato molto bravo e astuto. Anche questa lezione mi è servita parecchio. In cosa ti ha arricchito questa esperienza? Competere contro dei professionisti di alto livello ti fa maturare sotto molti punti di vista: la tecnica, la tattica di gara, l’approccio alla competizione. Surfing Italia era presente alla manifestazione e non sono mancate le polemiche. E’ vero. Ma ho capito che in Italia esistono delle persone che si battono per un surf migliore, leale, trasparente. Senza loro non saremmo stati quello che siamo: una squadra affiatata e vincente che ha gioito e sofferto e che è rimasta unita fino alla fine. Un grazie di cuore va al Presidente Maurizio Spinas e al coach Giovanni Palatella. Mi permetto anche di ringraziare tutti i miei sponsor e sostenitori: Luca Pilloni con Ono?Surf Shop sempre presente ad ogni mio traguardo, il Fight Club Gym di Angelo Tarantini, Sportissimo e Masca Snc, a tutti loro un grande grazie per l’aiuto.

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