URBNSURF - Wavegarden Cove

Chiacchiere, sfoghi, i grandi temi della vita (tipo: Surf, surf, e ancora surf...)

URBNSURF - Wavegarden Cove

Messaggioda 312T4 » mer feb 26, 2020 3:16 am

Ciao,
la settimana scorsa ho provato a surfare la Wavegarden Cove di Melbourne.
Per chi avesse interesse, questo e' il link:

https://serendipitysurf.blogspot.com/20 ... eview.html
(italiano in basso)
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Re: URBNSURF - Wavegarden Cove

Messaggioda tox82 » mer feb 26, 2020 9:40 am

Bella e interessante recensione! Sarei curioso di vedere qualcuna di quelle onde dal vivo, oltre ovviamente a (provare a) surfarle :-D

Cavolo se penso che dovevano fare un parco giochi di quel genere anche qui a Barcellona, dove le onde fra i pesci sono molto più rare che non lì in Gold Coast... :cry: Peccato che per i soliti giochi politici alla fine non se ne sia fatto niente.
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Re: URBNSURF - Wavegarden Cove

Messaggioda AnziaNO » mer mar 04, 2020 10:12 am

Bravo bene!!
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Re: URBNSURF - Wavegarden Cove

Messaggioda 312T4 » gio mar 05, 2020 3:30 am

Grazie.
Oltre alla recensione linkata sopra, ho anche scritto questo post, molto piu' personale.
Metto il link ma riporto anche il testo integrale qua sotto.

https://serendipitysurf.blogspot.com/20 ... ience.html

Testo

Arriviamo al buio, freddo e sotto la pioggia. A Melbourne ogni giorno puo' essere inverno, non importa il mese. Stento a crederci.
Saliamo sul pulmino che ci porta all'hotel incastrando a malapena le enormi tavole. Questo e' strategicamente ad un passo dal parco ad onde e guardo fuori dal finestrino per trovarlo.
D'un tratto dei lampioni illuminano la notte. Non e' un campo sportivo, e' l'URBNSURF.
Il pulmino fa il giro e ci passa davanti. Vedo l'entrata, la gente, l'acqua, le onde e surfisti che fan manovre! Sembra uno scherzo.
Vorrei andarci subito ma mi trattengo. Ci attendono lunghe giornate.
Il pulmino si ferma, scendiamo e sento un sottofondo familiare: il mare. Ma non lo e'. E' invece il rumore delle onde create dall'uomo. E non c'e' differenza.

L'indomani faccio colazione e mi riempo la pancia. Non vorrei avere un calo di zuccheri in un momento cruciale. La promessa di una valanga di onde tutte per me mi gasa e temo di fallire.

Arriviamo, entriamo. Guardo le gente surfare e stento a crederci. Sono onde vere, e la gente fa quello che vedo fare in oceano. Amici e familiari occupano gli spazi del parco giochi per adulti. E' un bel posto. C'e' un timido sole, ma non caldo. Avevo scommesso sulla muta lunga ed infatti Melbourne non si smentisce.
Nessuno ci da istruzioni, ed essendo abituati a lunghe introduzioni ogni volta che si va a fare una attivita' sportiva in Australia, troviamo la cosa snervante. Proprio qua la fanno breve?

Quando finalmente arriva l'ora, ci vestiamo e ci uniamo agli altri vicino alla torretta dei bagnini. Un equivalente del burino romano ci introduce alla piscina facendo il facilone "no worries" in stile australiano. Noi vogliamo dettagli e spiegazioni che non ci vengono fornite. Dice solo entrate di qua, se cadete andate di la, divertitevi. Si, ma che devo fare? Niente.
Poi mentre ci invita ad entrare in acqua dice che mancano pochi secondi al via. Il genio. Le persone avanti a me inziano a correre. Si lanciano con le loro tavolette. Ma io ho nove piedi e 10kg di tavola sotto il braccio. Non faccio in tempo a pensare di stare attento che scivolo! La mia entrata ufficiale all'URBNSURF e' una culata sul fondo di cemento, davanti a tutti. Non mi sorprendo neanche. Saro' sempre piu' vicino a Fantozzi che a qualsiasi eroe. "Vado? Vadi!" La tavola e' salva. Mi dimentico dell'imbarazzo e mi sbrigo a seguire gli altri.

Le onde arrivano -dal nulla- che stiamo ancora remando. Cominciamo a fare le montagne russe mentre gli altri partono. La fila avanza e non c'e' tempo di pensare. Dove mi devo mettere? Che devo fare? Quando? Tento di non far sbattere la tavola contro il pier centrale o contro le tavole intorno a me, e guardo gli altri, ma non ho tempo di capire. Tocca a me. Giro la tavola. Arriva un'onda non so da dove. Remo. E' troppo ripida! Sul serio? Tento di salvare la situazione ma e' troppo tardi. Travolto.

Aspetto di colpire il pavimento o di essere colpito dalla tavola ma non succede. Mi preoccupo di non intralciare chi mi segue e l'onda successiva mi travolge ancora. Prendo la tavola, aspetto la terza onda per cavalcare la schiuma come da istruzioni, ma quando arriva mi travolge ancora invece di spingermi! Cerco allora di ricompormi e di fare le cose con calma. Faccio passare ancora altre onde mentre arrivo dove l'acqua e' piu' bassa. C'e' una corrente assurda e lotto come un beginner contro la mia tavola. Penso: ecco come ho speso i soldi, a fare la figura dell'idiota mentre gli altri si divertono. Un mio classico. Un'ora per fare il giro! "Kook" scritto sulla fronte.

Raggiungo finalmente la fila. Mi rendo conto che anche molti altri hanno cannato la partenza, ma non cambia molto. La giostra riparte. L'acqua mi agita, spinge su, giu', avanti, dietro, stare in fila e' un lavoro, e nel mentre c'e' chi cade e chi surfa.
Tocca nuovamente a me. Che cazzo devo fare? Non c'e' niente all'orizzonte, non c'e' neanche l'orizzonte, non vedo l'onda, come mi regolo? Questa volta sto lontano dal muro esterno. Parto alla cieca. L'onda magica arriva dal nulla. E' ancora molto ripida. Salto e afferro il rail esterno. Ci sono quasi ma spingo troppo e mi pianto dentro l'onda. Travolto.

Riemergo. Mi tolgo di mezzo meglio che posso e mi prendo un altro giro di onde in testa. Ma che ci faccio qua? Mia moglie, amici, e centinaia di sconosciuti mi stanno guardando. Proprio oggi. Ma perche'? Rifaccio il giro. Anche i miei compagni di viaggio sono neri in faccia. Soldi buttati. Facciamo schifo. Mi girano le palle. Eppure, lo giuro, ci so andare e ho preso onde alte il doppio di queste! Lo giuro!

Osservo ancora. Questi coglioni con le tavolette sono accanto al muro e stanno letteralmente cadendo sull'onda. Un drop nel vero senso della parola. Io non parto cosi'. Non posso copiare. Devo anticipare. Voglio spazio. Manca poco. Decido di fare a modo mio. Mentre quello davanti si mette in posizione mi infilo dietro di lui, piu' indietro rispetto a tutti quanti, e punto decisamente a destra. Che gli altri si spostino. Fanculo il muretto ed i loro drop. Vedo l'acqua sparire, poi salire, controllo che l'adesivo sul muso sia distante il giusto e remo forte. Sento il risucchio e il culo che si impenna. Questa volta ce l'ho. E che cazzo. Vado.

Accenno qualche curva, in esplorazione. L'onda e' facile e divertente. Finisco e mi rimetto in fila. Ok.

La successiva spingo troppo in diagonale, salgo troppo e me la faccio scappare, nuovamente come un cretino. Bestemmio, ma mi ritrovo accanto alla fila e mi affretto e riprendere posizione.

Ritento ancora. Presa. Questa volta la faccio tutta in modo conservativo sino all'ultimo centimetro. Senza infamia e senza lode.

Ne prendo un'altra e accenno un passo incrociato. Il muso affonda e cado. Va bene lo stesso. Ma raggiungere il line-up da qui e' piu' difficile di quanto sembri. C'e' corrente.

Ne prendo un'altra, son tutte leggermente diverse, questa volta alla fine giro a sinistra. Inutile. Vabbe'. Ma sono a centro vasca e per qualche motivo sono nuovamente contro corrente!

Ne prendo un'altra. Questa volta il passo incrociato ha una tempistica migliore e rimango vicino al muso per qualche secondo. Decente. Finisco al punto giusto e questa volta trovo il rip che mi porta in fila.

Forse mi diverto, ma non sono a mio agio. Le dinamiche della vasca sono strane. E' come scoprire un nuovo break senza fermarsi un'attimo a guardare dove sei.

Ne prendo altre 6 cercando di capire come sfruttarle. Nel mentre le onde son diventate piu' grandi. Qualcuno afferma che abbiano cambiato setting. Adesso il muro d'acqua e' piu' serio ed inzio a girare meglio.

Suona la sirena ed esco perplesso. Alla fine ho surfato. Ma mi sono divertito o no?

Pausa pranzo. Guardo gli altri in acqua. C'e' chi cade e chi fa i numeri. Tra eccitazione e chiacchiere non riesco a concentrarmi sulle onde e sul da farsi. Mi sdraio sull'erba. Ho remato troppo lottando contro le onde e la corrente. Questo e' un esercizio piu' intenso che in mare: non ci sono pause! Almeno la schiena al momento non mi ha tradito.

Tocca nuovamente a noi.
Stesso tran tran. Ma questa volta una ragazza ci spiega che useremo 3 settings, ogniuno di venti minuti, via via piu' grande. Ah ecco! Indica una bandierina che non avevo notato per il take-off ed entra in acqua anche lei a tenerci d'occhio.

Parte la giostra.
Resto fedele al mio metodo personale e ora il take-off non e' piu' un problema. Me ne sbatto della bandierina e continuo a stare piu' in dietro degli altri. Esploro le onde. Inizio a divertirmi. La tipa annuncia i cambi di setting ed e' eccitante. Accenno qualche passo incrociato, ma come prima mi trovo meglio verso la fine quando spinge di piu'. Adesso disegno begli archi sfruttando tutta l'altezza dell'onda e conservando velocita'. Ci provo gusto. Ripeto l'esercizio diverse volte e il sorriso prende posto sulla mia faccia. Quest'onda e' figa. Ricorda National Park a Noosa, solo che non ha sezioni e si ammoscia alla fine, ma niente male davvero!
Questa volta quando suona la sirena sono, siamo dispiaciuti. Proprio adesso che abbiamo ingranato!
La frustrazione e' sparita e sono, siamo contenti.

Passo la sera col dilemma: domani provo la 7'6 o no? Soluzione suggerita: insisti col 9 piedi e casomai metti su il 2+1. Non cambiare tavola proprio ora. Ok, forse hai ragione.

La mattina mi alzo con le spalle imbalsamate. Due ore intense a remare e circa 30 pop-up si fanno sentire. La schiena duole.

Entro in acqua senza sapere se riusciro' a fare un'ora intera.
Parte le giostra. L'acqua fresca mi sveglia, finalmente. Surfo ma cerco di risparmiare energie. Ora per il take-off cerco addirittura il modo di remare meno, se riesco. E cerco di concludere sempre vicino al pier per sfruttare la corrente amica. Questo influenza la gestione dell'onda. Quando accenno qualche passo e cado, il conto e' salato. L'acqua gira in tondo, si, ma solo in punti precisi.
La tavola risponde ma non da' quel feeling che sentivo ieri. Gira sui binari ma manca quell'elastico, quella tensione e rilascio che crea il single fin. Manca la gioia. Surfo in modo meccanico e non faccio niente degno di nota. Suona la sirena. Sono ancora vivo e sono sorpreso. Ok, moribondo, diciamo. Ma non ho goduto come nella seconda sessione.

Mangio e mi sdraio sull'erba per rilassare i muscoli.
Decido di tornare in acqua col single fin. Non c'e' piu' tempo per la 7'6. Anzi, non c'e' piu' il fisico.
In realta' dato il poco allenamento ed i recenti problemi alla schiena, poteva andare anche peggio.

Riparte la giostra.
Ma sono ubriaco di onde. Sazio. Se non avessi gia' pagato andrei pure.
Sono troppe in pochissimo tempo. Ma soprattutto non ho avuto modo di ragionare, studiare il da farsi. Capire gli errori e pensare alle contromisure. E' un'esperienza fuori scala.
Non ho idee e non ho risorse. Cosi' lascio che la giostra mi porti in giro.
Il pinnone pero' mi rida' il sorriso. Finalmente posso comparare immediatamente le sensazioni. Le cose diventano chiare. Il lusso della ripetizione. Benedetta ripetizione. I piedi oggi non hanno piu' dubbi, dopo che mesi in oceano avevano sollevato solo domande, in mille condizioni diverse.
Nonostante la fatica me la godo, ma non ho forze per fare cose nuove e magari cadere e lottare contro la corrente. Sto sprecando una buona occasione per progredire, lo so, ma sto anche semplicemente, felicemente surfando. Disegno archi.

Suona la sirena. La mia personale maratona e' finita. Ho intascato piu' di cinquanta onde, tutte buone, in 24 ore o giu' di li'. Una pazzia. Una realta' distorta, in un parco giochi che premia e punisce.
Sono uno straccio ma sono anche felice.
Si, ora sono convinto: questo posto e' divertente ed utile. Ho risolto le pinne e sentito i miei limiti. Con calma potro' vedere gli errori e pensare ai rimedi.

Ubriaco, sazio e stanco. Non ne posso piu'.
Ma so gia' che tornero'.
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Re: URBNSURF - Wavegarden Cove

Messaggioda GIAMPI » gio mar 05, 2020 2:18 pm

Complimenti! Bel report, ora valuto diversamente questa "giostra".
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